Pecora Nera

Visioni

Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Non che fosse particolarmente bello, in realtà. Non aveva nulla di speciale. Ma più lo guardava, più si sentiva attratta. Era magnetico. Stava lì a guardarlo, come una cretina, incapace di scuotersi e di fare un solo passo. Lui si era accorto subito di essere osservato. Continuando a parlare con altre persone, le gettava di tanto in tanto uno sguardo interrogativo, perplesso, curioso, sempre più curioso. Lei avvampava, di vergogna e di eccitazione, ma rimaneva lì. Non che pensasse di piacergli, assolutamente. Lei che amava di sé solo i suoi capelli, quella chioma rossa che le scendeva a onde sulla schiena, fino alla vita, come lingue di fuoco, non poteva pensare di far colpo su uno come lui. Uno che sembrava poter avere il mondo ai suoi piedi, se solo lo avesse voluto. Lo guardava insistentemente, eppure con timidezza, e con una sorta di stupore infantile. Poi lui si era mosso. Le era sembrato che stesse avanzando verso di lei, e non sapeva se sperarlo o temerlo, se rimanere lì o scappare. Finché, quando era ormai a un passo da lei, si era fermato a salutare una donna. Uno schianto di donna, una che il mondo lo aveva sul serio ai suoi piedi. Di fronte a quella sconosciuta lei sentiva di scomparire. Voleva scomparire. Lui era vicino, tanto vicino che poteva sentire il suo profumo. Parlava con quella donna, e aveva una voce calda e avvolgente. Chissà come sarebbe stato se quella voce avesse avvolto lei. Chissà come sarebbe stato farsi accarezzare da quelle mani, sentire il sapore della sua bocca. Si era allontanata, non aveva più senso restare lì. Aveva sognato per un momento ad occhi aperti, ma ora non aveva voglia che di tornarsene a casa sua. E in punta di piedi, senza salutare nessuno, senza far rumore, era andata via.
***
Quella donna che lo guardava fisso lo intrigava ogni minuto di più. Non che fosse particolarmente bella, in realtà. Se non fosse stato per quella massa di capelli rosso fuoco sarebbe apparsa quasi insignificante. Ma era il modo in cui lei lo guardava a stregarlo. Non c'era sfida in quello sguardo, non c'era la sfrontatezza di chi sa sedurre. Era uno sguardo insistente e appassionato, ma timido, e insieme curioso e adorante. Tutto in lei rivelava fragilità e, al tempo stesso, il tentativo di nasconderla sotto un portamento fiero. Un candore che veniva voglia di violare. Ma anche una passione che attendeva di esplodere. Quando incrociava i suoi occhi, lei arrossiva violentemente, ma non li distoglieva. E restava lì. Le chiacchiere dei suoi amici lo stavano annoiando, o forse era il richiamo di quella strana donna a farsi più insistente. Aveva voglia di avvicinarsi e parlarle: chissà com'era il suono della sua voce. Stava avanzando verso di lei quando un'amica lo aveva fermato. Una donna bellissima, con cui poco tempo prima aveva avuto una relazione, finita chissà per quale motivo. Era ancora più bella di come se la ricordava. E il suo sguardo sì che era di sfida, lo sguardo sfrontato di chi sa sedurre. Perché non raccogliere quella sfida? Aveva voglia di metterla contro il muro e scoparsela. Eppure non c'era alcun mistero nel possederla. Chissà come sarebbe stato invece scopare quella rossa. Aveva la pelle rosea e - quando si era avvicinato - aveva sentito un odore stupendo. Chissà se a letto era timida come sembrava. Veniva voglia di starsene lì a contemplarla e a perdersi negli odori del suo corpo, senza toccarla, senza violarla, come se fosse una specie di angelo, eterea e pura. Oppure, al contrario, scoparla con forza, con furia, con rabbia, per cancellare quel candore. La donna bellissima continuava a parlargli e a ridere, invitante. Ma lui non ascoltava più. E all'improvviso non aveva sentito più lo sguardo della sconosciuta. Si era girato, l'aveva cercata, ma lei non c'era più. Si era dissolta, come una visione. Dov'era finita? Aveva chiesto in giro, ma nessuno ne sapeva niente. Era andata via.

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