Angelo Zabaglio

Il fascino discreto della gelosia

Giovanna:
La ragazza in questione ha 28 anni, è bella come una rosa venduta nel pub da un filippino;
è generosa come una bancarella di Cd di musica classica in un mercatino dell'usato;
ha i capelli mori come una Madonna orientale;
ha il seno prepotente come un boxer al terzo round;
ha il fondoschiena rotondo come una polenta avanzata dentro una pentolaccia d'oro;
ha le cosce che non hanno bisogno di presentazioni.
La sua voce è aggraziata
come il ralenty di un canestro da tre punti a due secondi dalla fine del set finale.
Si ritiene una ragazza gelosa… e questo la dice lunga.

Donatella:
La signora in questione ha 41 anni, è bella come una performance di un clown da strada;
è generosa come un vigile del fuoco che spegne un incendio che sta distruggendo un cinema;
ha i capelli mori come sua figlia;
ha il seno prepotente che somiglia ad una curva da stadio durante una finale di coppa;
ha il fondoschiena sodo come il corpo di un pittbull che riposa dopo aver mangiato;
ha le cosce che non hanno bisogno di presentazioni.
La sua voce è aggraziata
come la ripresa a velocità avanzata di un crisantemo che sboccia nel verde di un prato.
Non si ritiene una donna gelosa… e questo la dice lunga.

Luca:
Il ragazzo in questione ha 32 anni, è bello come un modello in uno spot del profumo francese;
è generoso come un prete che assolve dai peccati una moglie che ha tradito il marito;
ha i capelli mori come la sua ragazza;
ha i pettorali che potrebbe avere un maratoneta disoccupato;
ha il fondoschiena sodo come un uovo gigante bollito in una piscina in Messico;
ha le cosce di un calciatore di serie B.
La sua voce non ha nulla di speciale
come un tiro in rete senza portiere in un campetto di calcio in periferia.
Si ritiene un ragazzo geloso… e questo la dice lunga.

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Giovanna non avrebbe mai capito il modo di ragionare di Donatella: gli occhi di Luca cercavano il consenso della sua compagna, lei annuì con un sorriso che sprofondò subito dopo nel seno della madre. Il ragazzo introdusse la cappe*la gonfia e bagnata nella f*ca matura e calda della donna, il calore umido gli avvolse il caz*o, le inibizioni cessarono totalmente recandogli un rilassatezza da bambino di due anni.
Giovanna, stesa in terra con le cosce allargate accoglieva la testa in movimento della madre.
La sua lingua esplorava la fiche*ta pelosa della figlia mentre Luca veniva sul buco del cu*o della signora. "Voglio farmela lecca*e dalla mia vera madre" ansimò Giovanna.
La madre bloccò la sua lingua e alzò il mento. La guardò negli occhi con una tristezza giocosa.
Si alzò e s'incamminò nella stanza da bagno.
Lo spe*ma non ancora secco del ragazzo creava un sollazzevole sciacchettìo tra le natiche della donna.
Al suo ritorno, dopo meno di un minuto, la donna aveva in mano una piccola statua della Ve*gine Mar*a con braccia conserte. "Eccoti accontentata" e detto ciò avvicinò la testa della Vergine alla v*gina della figlia. La piccola bocca in ceramica si aprì e la linguetta iniziò a solleticare il clito*ide.
La testa della Vergi*e era finalmente all'interno, il collo della piccola statua era compresso dalle labbra bagnate della ragazza. Venne automatico a Giovanna chiudere di colpo le gambe ed aprire gli occhi risvegliandosi nel buio del suo letto matrimoniale.
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Luca non dice nulla, emette solo una piccola scorreggia di quelle che di giorno non ne sentiresti il rumore ma di notte, con tutto quel silenzio, esplode in raffica di mitra inaspettata.
L'orologio digitale segna le 03:47.
Giovanna si riaddormenta incurante del peto di Luca che le invade i sensi e l'olfatto. Ma è tardi. Ma è notte. Il sonno quella notte è pesante come un elefante che guida un tir che trasporta enciclopedie.
Al mattino il Nokia prende a vibrare, illuminarsi e canticchiare una musichetta tanto orecchiabile quanto fastidiosa. La mano di Giovanna ammazza quel suono con nessuna pietà. Le labbra di Giovanna baciano le guance di Luca che apre la bocca emanando un odore né fastidioso né piacevole, come fosse il profumo delle fogne di Paperopoli.
"È tardi amo*e"
Luca caccia qualche grugnito e si gira verso il lato opposto.
La ragazza prende a scherzare con il pisello del compagno che si finge offeso cercando di levarle le mani dalle mutande.
"Non vuoi che ti faccia venire"
"Con la bocca… niente mani"
"Come vuoi tu am*re mio, vien*mi in bocca"
Giovanna ha ancora il caz*o non del tutto in erezione in bocca quando il citofono di casa prende a suonare.
"E ora chi cazzo è" dice lui
"E ora chi cazzo è" pensa lei
"Non apriamo… continua"
Con il pisel*o finalmente duro in bocca, la ragazza prende a massaggiare le pal*e di Luca.
Al solo pensiero di quello che avverrà Giovanna lascia scivolare della saliva dalla lingua, inizia poi a massaggiarsi tra le cosce affogando le dita nell'umido dell'eccitazione.
Il citofono fa sobbalzare i due nuovamente.
Luca perde la pazienza e scosta la testa della ragazza
"Alziamoci dai" dice lui
"Io stavo per veni*e"
"E io no invece"
"Chi è che rompe il cazzo a quest'ora"
La risposta arriva dopo qualche istante: il cellulare di Giovanna prende a suonare facendo apparire la scritta MAMMA sul display.
"Sei in casa, perché non apri"
"Ora ti apriamo, stavamo dormendo"
"Oddio scusami"
"Vengo ad aprirti"
Giovanna si alza dal letto e si dirige verso la porta d'ingresso mentre Luca si dirige in bagno con il pise*lo barzo*to.
"Ciao stella mia, ancora a letto"
"Abbiamo fatto tardi ieri, entra"
"Luca dorme?"
"Ora è in bagno mamma… si è andato a fare un doccia. Come mai qui a quest'ora"
"Sono le dieci stellina mia, ero uscita a fare un po' di spesa e sono passata a trovarvi"
Giovanna fa accomodare la madre in cucina mentre prepara del caffè.
"Hai trovato i negozi chiusi?"
"Cosa?!"
"Sei venuta in macchina?"
"Certo… ho le buste con la spesa in macchina"
Un silenzio giallo d'imbarazzo irrompe nella casa. Pare che Giovanna e Donatella, madre e figlia, siano rimaste incantate dal suono del getto d'acqua che arriva dal bagno.
"Con Luca tutto bene?"
"Perché?"
"Tanto per parlare, è un bel giovanotto, sempre in giro a lavorare, chissà quante belle ragazze come te vede durante la giornata…"
"Lo vuoi amaro il caffè"
"Fallo prima uscire il caffè"
"Lo vuoi amaro il caffè"
"Amaro grazie"
A questo punto il silenzio giallo d'imbarazzo lascia il posto ad un silenzio arancione di rancore.
Giovanna osserva la macchinetta sul fuoco attendendo impaziente la fuoriuscita del caffè.
La madre ne approfitta, caccia una sigaretta dal pacchetto da dieci e ne accende una.
Luca, uscito dalla doccia prende ad asciugarsi il corpo con un enorme telo da mare blu.
Ascolta curioso la voce di Donatella che solfeggia nel piccolo appartamento.
Davanti lo specchio del bagno si osserva come stesse guardando un reality show in televisione: si mostra i denti, si scruta gli occhi, aspira il profumo delle sue ascelle pulite, si solletica i testic*oli, li soppesa come albicocche in una busta di plastica. Inizia a vestirsi: calzini, mutande, maglietta di cotone, pantaloni, felpa. Ha i capelli leggermente umidi ma non li asciuga (qualche giorno prima Donatella gli aveva fatto degli apprezzamenti lusinghieri dopo che la pioggia lo aveva sorpreso nella strada verso casa).
Quando il ragazzo fa la sua entrata in cucina, Donatella sta soffiando nella tazzina di caffè.
"Salve"
"Buongiorno"
Giovanna aggiunge un cucchiaino di zucchero nella sua tazzina.
"Vuoi caffè"
"Lo prendo in videoteca"
"Che mi consigli questa volta? L'ultimo che mi hai fatto vedere mi è piaciuto molto"
"Raggiungimi al negozio… magari stasera ti faccio vedere un bel Woody Allen"
"Noo.. è uno snob intellettuale!"
"Però è divertente"
"Mi affido al tuo insindacabile giudizio!"
Giovanna sorride tentando di partecipare al discorso.
"Io vado ad aprire, sono già in ritardo… ci vediamo dopo"
Luca stringe la compagna e la bacia con una passione insolita, una passione che sembra più un "perdonami" che un "ti a*o". Donatella termina di bere il suo caffè e non degna nessuno sguardo ai due innamo*ati.
"Ci vediamo in negozio"
"Tra una mezz'ora arrivo" dice Donatella a Luca, anche se la frase sembrava rivolta alla figlia.
Le due donne sole in casa, prendono a coltellate il tempo accendendo il televisore e scambiandosi qualche battuta inutile riguardo la morte in diretta TV di Papa Giovanni Paolo II. Un susseguirsi di frasi fatte, retorica reazionaria e lamentele borghesi fanno trascorrere serenamente venti minuti di vita alle due parenti in cucina.
"Io vado"
"Va bene… mi ha fatto piacere la tua visita"
"Però tu non vieni mai eh?! Venite qualche volta a pranzo tu e Luca"
"Va bene mamma verremo qualche volta io e Luca a pranzo da te"
Donatella esce di casa e Giovanna rimane per qualche minuto con la testa poggiata sul legno della porta ad ascoltare i passi della madre allontanarsi.
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Nella videoteca è il solito catalogare nuovi arrivi e riporre al loro posto i film restituiti dai clienti.
Luca stava battendo dei tasti al computer quando la mano di Donatella gli sfiorò il braccio.
"Ciao"
"Salve"
"Ancora non riesci a darmi del tu, sono così vecchia?!"
"No.. che c'entra"
"Che ipocrita che sei" dice Donatella con il sorriso nel cervello ma con la superiorità nel volto
"Allora… avevo pensato a Criminali da strapazzo di Allen… commediola carina"
"Sempre questi film carini mi fai vedere… tutti film tranquilli, mai un horror, un thriller o magari un bel por…"
Il telefono prende a suonare.
Luca ne approfitta per rispondere. Una voce femminile domanda:
"Avete per l'affitto L'ora di Religione di Bellocchio?"
"Certo"
"Grazie"
Dio, nell'alto dei cieli, osserva divertito la scena con una cornetta del telefono in mano.
Luca non resiste e subito dopo aver posato la cornetta esclama:
"Cosa vuoi da me?"
"Un film… posso fumare qui dentro?"
"No, mi dispiace" con l'aria di chi vuol farsi perdonare
"Andiamo a fumare cinque minuti qui fuori? Vuoi?" porgendogli il pacchetto di Camel da dieci. All'interno ci sono solo due sigarette ma Luca ne afferra ugualmente una, la poggia tra le labbra e si dirige verso la porta d'ingresso seguito dalla donna.
"Prima eri veramente carino con quei capelli tutti bagnati"
"Il phon si è rotto, va a finire che mi prendo un malanno a furia di non asciugarmeli"
"Magari vi porto uno dei miei…"
Il telefono squilla di nuovo e Dio ormai è piegato dal ridere in compagnia di Allah.
"Non fa niente grazie… vado a rispondere"
Butta la cicca appena accesa e rientra nel negozio.
"Luca"
"Dimmi"
"Mi sono venute… tutto a posto, sono contenta"
"Lo vedi? Tu che ti preoccupavi tanto"
"Un bacione am*re! È arrivata mia madre?"
"Sta fumando una sigaretta fuori"
"Salutamela… ci vediamo dopo, ciao amo*e"
"Ti a*o"
"Anche io"
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Giovanna riaggancia la cornetta e prende a sistemare la stanza da letto.
Accende la radio e rimane con lo sguardo per qualche secondo sulla foto incorniciata che la ritrae al fianco di Luca sulla spiaggia di Sabaudia. Il cielo è azzurro. Il mare è calmo.
Le persone sullo sfondo sembrano felici.
Luca le sta mordendo per gioco il seno, lei ha l'espressione di finta rabbia.
Sembra una pubblicità alternativa di un tour vacanze.
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"Com'è venuta?"
"Benissimo… venite a vedere"
I due innamorati corrono spensierati verso Donatella, improvvisatasi fotografa.
"Che belli che siete" esclama con la macchina digitale tra le mani.
Il sole incurante illumina la spiaggia ricolma di persone che sembrano discretamente felici. Luca e Giovanna si tuffano nell'acqua mentre Donatella si abbronza stesa sopra un enorme telo da mare blu.
Giovanna è la prima ad uscire dall'acqua e vedendo la madre in topless le rimprovera:
"Copriti, che fai?"
"Non mi hai mai visto in topless"
"Non con Luca"
"Non ha mai visto un seno in vita sua il tuo Luca?"
"Mi fai vergognare"
"Non è un problema mio… sei gelosa di tua madre?"
"Cosa c'entra… mi vergogno e basta, magari lo metti in imbarazzo"
"Pensa per te, non pensare anche per lui… non è un ragazzino"
Finalmente anche Luca arriva all'ombrellone non riuscendo però a dire una parola; si limita ad indossare gli occhiali da sole e leggere le pagine del romanzo che aveva acquistato la sera prima al mercatino dell'usato.
"Cosa leggi" chiede Donatella
"…Si figurò di posare davanti a Guido, e si sedette su una sedia come quel giorno Amelia nello studio di Barbetta. Chi sa quante ragazze Guido aveva veduto. L'unica che non aveva ancora visto bene era lei, e Ginia, solo a pensarci, si sentiva il batticuore. Sarebbe stato bello diventare di colpo come Amelia, bruna, slanciata e indifferente… La Bella Estate di Cesare Pavese"
"Sembra interessante" e con la disinvoltura e la sfacciataggine di una gatta si alza e balza vicino al ragazzo per osservare meglio la copertina del libro mentre Giovanna si copre spazientita il volto con le mani per poi chiedere:
"Andiamo a fare una passeggiata am*re?"
"Certo, andiamo"
Giovanna e Luca sono ormai lontani. Donatella scruta l'orizzonte incurante dei numerosi ragazzi che passeggiano in riva al mare.
Quello fu l'ultimo giorno che i tre andarono al mare insieme.
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"Dovremmo ritornarci qualche altra volta"
"Ora è inverno… ci penseremo poi" si giustifica Luca mentre sistema la copia di Traispotting nello spazio vuoto con codice D802.
Donatella ha la sua copia de Il Fascino Discreto Della Borghesia tra le mani
"Ti piacerà… buona visione" sospira Luca mordendosi le labbra
Lei lo bacia sulla guancia e gli dona un secondo bacio sulle labbra.
Per la prima volta Luca può sentire le labbra morbide, calde ed umide di Donatella che gli sorride e allontana il volto immediatamente.
"Riportalo quando vuoi, è un film troppo bello per essere richiesto"

Sei anni dopo

Il salone ha l'odore di chiuso, sigarette e polvere.
Gianni batte la manina sugli occhi chiusi di Luca steso sul divano svegliandolo in maniera inconsueta.
Il tavolino poco distante dai due è ricoperto da diverse macchie di liquido secco, probabilmente succo di frutta e birra.
Il posacenere è ricolmo di sabbia grigia e filtri di sigaretta che sembrano cadaveri decomposti in fosse comuni. Gianni continua a battere le manine sulla fronte del padre che fatica a svegliarsi.
"La porta"
Luca afferra improvvisamente il figlio e lo scaraventa sopra il divano cominciando a fare pernacchie sul collo del bambino che reagisce ridendo spensierato.
Il suono del campanello di casa arriva alle orecchie dei due.
Luca lascia in salone il figlio ancora inebriato dalle risa, si dirige alla porta d'ingresso e la apre con la solita incuranza.
"Posso entrare?"
Dopo qualche secondo durato pochi minuti:
"C'è troppo disordine…"
"Non mi scandalizzo non preoccuparti"
"Non sei cambiata per niente"
Gianni è un ragazzino curioso ma non ingenuo.
"Ciao" dice ingenuamente la voce del bambino curioso
"Ciao… tu sei…"
"Lui è Gianni… saluta la signora"
Il bambino le fa un ciao con la mano e poi corre imbarazzato verso la sua stanzetta.
"Ha i tuoi occhi"
"Come mai da queste parti?"
"Mi fai rimanere qui all'entrata?"
"Devo andare a lavoro… meglio che tu vada via"
Donatella estrae dalla borsa nera una copia del film Il fascino discreto della borghesia e la porge a Luca.
"Ti ho riportato questa"
"Tienila… non l'hanno mai richiesta, forse una volta o due"
"La riporto in negozio magari, un giorno di questi"
"Non lavoro più in videoteca"
"Posso abbracciare il mio nipotino"
Dopo qualche attimo durato pochi secondi:
"No"
Luca ha ancora la maniglia della porta d'ingresso tra le dita, ne approfitta per chiudere la porta in faccia alla donna. Il ragazzo rimane immobile ad ascoltare i passi della donna allontanarsi.
Con l'andatura di un malato che ha appena ingoiato il suo antidepressivo, Luca torna nel salone, afferra la bottiglia di birra aperta e ne beve una sorsata. È calda e sgasata ma non importa.
Il figlio lo raggiunge con le braccia dietro la schiena come se stesse nascondendo qualcosa.
"Quella signora è uguale alla mamma"
Detto questo mostra la foto di Giovanna che nascondeva gelosamente tra le mani.
Lei è in abito elegante e scuro, con un bicchiere di vino in mano brinda al cielo.
Il rosa del seno spicca evidente mettendo in secondo piano tutto il resto del corpo.
Ricorda benissimo quel giorno, la foto venne scattata durante una cena con alcuni vecchi amici di Lecce.
Lei sorride in quella foto, ha i capelli sciolti in quella foto, gli occhi lucidi e le guance felici in quella foto.
L'abito scuro le ha sempre donato molto.
Questo pensa Luca mentre beve un secondo sorso di brodo alcolico dalla bottiglia.

Quella era l'ultima foto scattata a sua moglie prima di trovarla nella vasca da bagno con le vene del braccio lacerate.

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