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Marco Cicoli What I Want |
Piove,
fuori dalla finestra, e lui ha voglia soltanto di passare il pomeriggio
a fumarsi la noia guardando la pioggia che cade in giardino. Di sottofondo
la radio trasmette stupide canzoni americane intrise di romanticismo malrisposto.
Lui si alza e la spegne, quella cazzo di radio. Poi torna a fissare la
pioggia che cade annoiata fuori dalla finestra, e si accende un'altra
sigaretta.
Suonano alla porta, e lui non ha voglia di alzarsi a rispondere, suonano alla porta ma lui non ha voglia di vedere nessuno. Quasi nessuno. Suonano alla porta. Forse. Suonano alla porta, e lui si alza ad aprire, e dietro la porta c'è lei, con addosso la felpa che gli aveva rubato all'inizio della loro storia. Dietro la porta c'è lei che sorride con addosso la sua felpa, e lui non sa cosa dire. Fammi entrare dice lei, non ti aspettavo risponde lui. Lei si volta a guardarlo e ancora una volta gli sorride. Poi inizia a parlare, racconta che le è accaduta una cosa strana, se ne stava in macchina bloccata nel traffico della Seven Sisters, sotto quella stupida pioggia, e alla radio è partita una canzone languida e suadente, proprio così disse lei, languida e suadente. Un canzone che le aveva riportato alla mente il desiderio di lui, languido e suadente come solo il desiderio per lui sapeva essere, disse lei mentre lo guardava preparare un caffè. Eppoi dopo la canzone, aveva continuato a raccontare, il presentatore aveva intervistato la donna che l'aveva cantata, quella canzone, e lei aveva sentito la cantante raccontare alla radio come, per incidere quella canzone nella giusta intenzione, si era spogliata nuda e aveva iniziato a cantare nel buio dello studio. Tutta nuda, nel buio, quella donna aveva intonato quella canzone, così languida e suadente, che esprimeva in una maniera così reale ed impalpabile, gli aveva detto lei, l'ineffabile insicurezza di ogni amore. Anche del nostro, aggiunse lei, mentre lui la guardava incredulo e stordito, l'unica cosa che riusciva a percepire era il suo sorriso e la sensazione della pelle nuda di lei sotto la sua felpa. E allora lei gli raccontò come aveva deciso di uscire dal traffico ed infilarsi nel primo negozio di dischi, e aveva comprato quel disco, perché improvvisamente lei voleva ascoltare quella canzone al buio, completamente nuda, e abbracciata a lui, interamente abbracciata a lui, e mentre glielo diceva gli allungava un cd. Lui posò la macchinetta del caffè e prese in mano il cd, mentre lei si infilava in camera da letto iniziando a spogliarsi in corridoio. C'era un piccolo stereo davanti al letto, e lui inserì il cd. Lei era nuda stesa sul letto. Bellissima. Dallo stereo inizia ad abbaiare un cane: lei ride divertita mentre lui inizia a spogliarsi, non è quella, manda avanti, traccia 11. Lui si volta a guardare se fuori dalla finestra stia ancora piovendo, mentre automatico fast forward fino alla traccia 11, e poi salta ridendo nel letto anche lui. Ridendo. Anche lui. Per la prima volta quel giorno. Dallo stereo onde di bassi sinuosi iniziano ad allargarsi nel buio della stanza: i corpi s'intrecciano, le lingue si cercano, le bocche si baciano. "What I want, morning for the winter, afternoon for the summer", lui la guarda negli occhi e sente il cuore pulsare forte. Ancora non ci crede. "What I want, it's for you to be waiting round the other side of every door", lei lo stringe forte a se e gli porge il seno. La musica scivola sinuosa nelle pieghe del loro obbraccio. "What I want, to walk thru the wardrobe of other bodies", e allora si stringono forte come a volersi disintegrare l'uno nell'altra, fosse solo per misurarsi il respiro. "What I want, 15 minutes with you", e diventano più tristi, ma più teneri anche. Quindici minuti insieme. E' tutto quello che voglio. "What I want, a lover who loves me when others have loved me not", lei si aggrappa forte al suo petto e lui la alza nell'aria con una capriola sicura. Si sorridono con gli occhi senza parlare, perché di parlare non c'è bisogno: basta la musica nell'aria. "What I want, a lover who can love me slowly to make my heart beat faster", lui si piega in avanti e le allarga le gambe. Lei piega la testa e continua a sorridere. E' bellissima quando sorride, banale ma vero osserva lui mentre ascolta in sottofondo la pioggia battere sulla finestra. "What I want, is to love you everywhere, everyhow", i loro odori adesso non possono più essere separati, lei e lui sono un'unica contaminazione magmatica. "What I want, morning kiss you 'till everywhere hurts" , i loro corpi adesso sono l'uno intorno e dentro l'altro, eppure le molecole si riconoscono come pulviscolo nell'aria. Amore esplode fragoroso come una cascata al risveglio primaverile: la musica continua di sottofondo."What I want,to hear the rain against the window" Sono uno dentro l'altra, si appartengono e ne ridono godendo. Finchè la musica sfuma, e rimane la pioggia oltre la finestra. E loro si sdraiano lenti nelle braccia dell'altro, e lei sorride in silenzio mentre lui chiude gli occhi concentrandosi sul rumore della pioggia. Rimane li, a contare la pioggia che cade. Si, contare la pioggia, e quando ha finito d'improvviso si accorge che lei non è più li. Si volta e la vede, mentre si stà rivestendo davanti allo specchio con frettolosa cura. Lei si accorge del suo sguardo riflesso specchio, si volta, lo guarda, riconosce quell'espressione amara e di scatto abbassa gli occhi al suolo. Gli dice a bassa voce: "Questa sera mio marito porta ospiti a cena, devo scappare". Poi abbozza una smorfia, ("Ti giuro che ti amo"), scuote i capelli, si stira la felpa con le mani, lo bacia e se ne va. |