Amorfide
Giovanni Buzi
1955 battute

Stanza d'albergo. Sola. La vacanza s'annuncia splendida. Doccia. Specchio. Non c'è male, i seni tengono. Trent'anni e neanche un grammo di cellulite. Rasarla o non rasarla? Questo è il problema. Oggi, una spuntatina.
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Stanza d'albergo. Solo. La vacanza s'annuncia splendida. Doccia. Getto caldo. Rigenerante. Mi piace questa schiuma al pino, è densa, profumata. Muscoli sodi, ben disegnati. Costa, ma ne vale la pena.
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Vestito nero. Trionfale spacco sul fianco. Calze a riflessi perla. Nessun gioiello. Quando si hanno questi occhi verdi, a che servono? Rossetto fragola. Pronta.
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Completo crema. Camicia fragola. Rasato di fresco. Sorriso d'autocompiacimento. Gel sui capelli corti, neri.
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Piazza Navona. Accavallo le gambe. Lenta, alzo un gin tonic.
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Piazza Navona. Respiro. Aria di velluto, stanotte!
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Sguardo distratto. Prendo una sigaretta. Cerco l'accendino in borsa...
Click!
- Grazie.
- Turista?
- Sì. Lei?
- Anche. Di dove?
- Lontano. Lei?
- Anch'io.
- Quante cose in comune!
Ridiamo.
- Da me o da te?
- Come corre!
- Abbiamo solo 300 parole.
- Che distratta! Da te - abbassando le ciglia.
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- Incredibile, lo stesso albergo!
- Che pelle dolce...
- Non subito.
- Ti prendo sul tappeto. Dai spogliati!
- Spogliami tu. Delicatamente, ecco così...
- Nuda: bellissima, un corpo da favola! Spogliati ancora.
- Aspettiamo.
- Non ce la faccio.
- Incorregibile...
Porto la mano alla testa, trovo il gancetto. Ziiipp! giù fronte, naso fino al pube. Il rivestimento da umana scivola via e sguscio fuori, splendidamente amorfide! Così fai tu, ziiipp! il bel corpo di maschio s'apre e appari nella tua forma, che poi è la mia. Su Amorfide siamo tutti uguali, un impasto gelatinoso, frusciante come un groviglio di serpi che s'accorpano e rimescolano a seconda dell'umore. Forma no, ma sentimenti li abbiamo. Ci gettiamo l'uno/a sull'altro/a in un amalgama di piacere.
- Caro/a...
- Sì.
- La prossima vacanza cambiamo pianeta?
- Perché?
- Questa Terra comincia a stancarmi.
- Come vuoi, caro/a.