Buonanotte fiaba Ammazzalo! Torcigli le budella! Decapitalo! Masticagli i peli del petto! Sondarizzalo! Annientalo! Sparagli un raggio laser nelle pupille! Riducilo in cancrena! Osteggialo! Analizzalo! Condannalo a morte eterna!
Adalgiso ed Alimberto sono due bimbi furbetti che giocano nel salone di casa di Escrementa, la loro fidanzatina con le treccine bianche. Escrementa entra in scena tutta vestita da aliena, petto in fuori, refolo di bava che fuoriesce dalle labbra, pugni sui fianchi tipo il Duce al balcone
"Oggi, 36 gennaio 3002 io Escrementa Regina del pianeta Destronzo vi condanno ai lavori forzati per tre giornate argonaute"
I due bimbi scoppiano a ridere con le mani sulla pancia. Escrementa per nulla turbata emette un fischio. I due improvvisamente si fanno seriosi ed iniziano a giocare ai lavori forzati: Adalgiso solleva il divano mentre Alimberto spolvera in terra; Alimberto butta i piatti in lavatrice mentre Adalgiso poggia il cuscino nella lavastoviglie.
"La vittoria è nostra!" urla Escrementa.
Non passano che dieci secondi quando irrompe nel salone la madre di Escrementa, tal Luistarda che sbraita fuori sincronia labiale: "A nanna! Tutti a nanna! Tutti a nanna!" e i tre vanno a nanna.
Nel calduccio delle coperte invernali i tre sperimentano rivoluzionarie teorie sulla penetrazione corporale ai danni di Alimberto. Le risatine dei bimbi attirano Luistarda che spalancando la porta della cameretta si avventa sui pargoli tirandoli per i capelli e separandoli: "Fuori da casa mia! Fuori da casa mia! Creature immonde!".
I tre bimbi scappano spaventati dalle urla della donna e si ritrovano in strada con i loro pigiamini verdi e rosa assordati dal freddo dell'inverno. Il primo a perdere la vita è Alimberto che stramazza al suolo inaspettatamente cadendo in un cassonetto dei rifiuti. È poi il turno di Escrementa che lo imita precipitando in un tombino. Rimasto solo, al piccolo Adalgiso non resta che piangere ma il freddo gli congela le lacrime rendendolo cieco. Spaurito e non vedente vaga alla rinfusa nella città bianca per tutta la notte finché il sole dell'alba non gli scongela le lacrime.
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