Deliquio verde
Elena Betti
2500 battute

Il globo azzurro è scomparso in una girandola terrificante, conflagrando silenziosamente all'interno dei margini del grande schermo in una miriade di frammenti pirotecnici.
Il Delegato lo osserva senza batter ciglio, mentre quel che rimane della Colonia Ribelle danza nel vuoto verso di noi, ad una confortante distanza di sicurezza di un parsec.
Lo spazio siderale irradia un silenzio spettrale che sembra penetrare per osmosi il guscio della nave. Non è escluso che le Creature ce l'abbiano fatta - dopotutto possono sopravvivere per un po' senza un vettore fisico - ma il Delegato sostiene che un certo numero di megaton sia sempre una cura sufficiente. Speriamo.
Intanto gli apparati emettono una musica insonne e solare, sintomo ufficiale del fatto che la pratica è già stata archiviata. L' interfono gracchia un ordine asciutto e lo schermo pulsa un'ultima volta prima di divorare stelle a velocità 3, mentre il ponte scarica gravità fino a farci galleggiare in caduta libera.
Ci rilassiamo mentre con calma hi-tech entrano gli Automi, surrogati di umanità al plasma rigenerato e sinapsi elettromagnetiche collegate alle vestigia cerebrali del Primo Fondatore, che da secoli giacciono nel groviglio di cavi del crio-sarcofago, il cuore vivo della nave.
Ci porgono il Deliquio Verde con occhi vuoti, occhi che non mi danno più i brividi da un pezzo. Sarà per l' ottimismo innaturale dei loro sorrisi cyborg; o più probabilmente per l' oblio lunare della droga serotonica che ci offrono: domani ci sveglieremo freschi e riposati, come se la Colonia Ribelle non fosse mai esistita.
Un' altra invenzione del Primo Fondatore, il Deliquio Verde...quel gran figlio di puttana. Ma ne ingurgitiamo sorsi generosi e ci godiamo i migliori effetti collaterali: calore, conforto ed espansione della coscienza.
In un amen percepisco i compagni ed il Primo Fondatore: é fiero di noi, naturalmente, ma con un sottofondo di allarme. Il pensiero ha un retrogusto amaro, crescente.
Scambiamo uno sguardo corale ed il pensiero va alle Creature.
D' un tratto ne distilliamo l'essenza: forme di vita basate sul siclicio, crisalidi di energia in attesa.
Fingo indifferenza, scruto il ponte. Tutto tranquillo.
In breve aleggia una certezza unanime, incrollabile: le Creature sono vive, ostili.
Il cuore batte sempre più in fretta mentre cerchiamo il conforto della logica per quell' istinto viscerale.
Ma è già tardi, ed avvertiamo uno schianto di puro terrore quando gli Automi, all'unisono, ci offrono un sorriso crudele.