Morte di una stella
Luigi Brasili
2498 battute

L'astronave presidenziale stazionava a distanza di sicurezza dagli ultimi letali rigurgiti del sole.
Jerion Gohr, presidente della repubblica mondiale, osservò assorto lo scenario dalla vetrata schermata dello studio: il pianeta azzurro galleggiava inerme davanti all'astro morente, in attesa dell'abbraccio finale del gigantesco inferno rosso.
Secondo gli scienziati, la supernova era prossima. Le ultime navi erano in partenza, poi il pianeta avrebbe visto l'effimero dominio degli animali abbandonati al loro fato.
Ma la fuga dal pianeta ritardava solo la fine. Le scorte potevano durare al massimo due anni, poi sarebbe giunto il caos e in breve le navi si sarebbero trasformate in immense tombe fluttuanti nell'infinito nulla del cosmo.
Senza un nuovo mondo da colonizzare, un'intera civiltà sarebbe scomparsa per sempre.
 
Due mesi dopo la morte del sole, migliaia di navi procedevano lente oltre le ceneri del sistema solare.
L'ammiraglio Caren entrò di corsa nello studio: «Signore! Ci siamo! Ho ricevuto un messaggio dalla nave di ricerca Sindar. Si tratta di un sistema del quadrante di Hakran. Possiamo arrivarci in pochi mesi, è fantastico!»
Gohr, per nulla contagiato dall'entusiasmo del militare, chiese: «Età della stella? Presenza di forme di vita? Strumenti di difesa?»
Caren annuì e porse a Gohr una stampa: «Ho qui un tabulato signore, ci sono tutti i dati.»
«Bene, organizzi una riunione con vicepresidenti e capi militari, li voglio qui entro un'ora.»
 
Quando Gohr prese la parola, il brusio nello studio lasciò il testimone a una silenziosa speranza.
«Signori presidenti, generali. ho una buona notizia. La Sindar, dopo 10 anni di ricerche, è riuscita nel suo intento.
L'obiettivo è a 35 anni luce. Domani inizieremo la manovra per il primo balzo dimensionale. Ne seguiranno tre nell'arco di 6 mesi. Ma, prima di sbarcare, dovremo occuparci degli indigeni; si sono mostrati ostili cercando di colpire la Sindar.»
Gohr attese che il fragore seguito al suo discorso si placasse, poi aggiunse sorridendo: «È il momento di dare l'annuncio alla popolazione.»
 
Il cannone neutronico era puntato sul pianeta. Al via di Gohr, tutte le creature viventi in superficie sarebbero state annientate.
Poi, in poche settimane, dissolte del tutto nell'atmosfera le materie organiche delle vittime, sarebbe avvenuto lo sbarco.
Gohr aveva riflettuto a lungo prima di decidere di autorizzare l'eccidio. Ma ora, premendo il bottone rosso, sorrise.

In fondo si trattava solo di bipedi con la pelle rosa e senza scaglie.