La notte che scesero gli alieni
Biancamaria Massaro
1783 battute

            Arrivarono dalle stelle, di notte. Non usarono astronavi e nessuno seppe mai come fossero riusciti ad atterrare; semplicemente ce li trovammo davanti. Fummo subito costretti a combattere. Erano in maggior numero di noi e ci colsero di sorpresa. Non tentarono mai di comunicare, ma ci furono subito chiare le loro intenzioni: volevano divorarci, tutto qui. Non prenderci prigionieri, non pretendere la nostra resa, solo cibarsi della nostra carne finché avessero trovato uno di noi ancora vivo. I loro viscidi tentacoli si indurivano intorno ai nostri corpi e le loro zanne ci dilaniavano. Strisciavano lenti sul terreno, però potevano librarsi in volo e inseguirci. Ci era impossibile riuscire a sfuggire alla morsa dei loro artigli quando scendevano in picchiata per afferrarci. Le loro prede dopo potevano solo sperare di essere divorate in fretta e i sopravvissuti di non essere i prossimi. Eravamo impotenti e indifesi contro di loro, perciò all'alba eravamo rimasti in ben pochi. Stanchi del bagno di sangue in cui si erano immersi per ore, finalmente si fermarono, affascinati dal sorgere del sole.
Risvegliati dal calore, dalla sabbia emersero finalmente i nostri padri. Folli di rabbia, si gettarono sugli Alieni prima che riprendessero a volare. Serrarono tra le mandibole i loro corpi molli, mentre con le chele strapparono a uno a uno i lunghi tentacoli con cui invano si difesero, infine li uccisero con la punta velenosa delle loro code.  Seppellimmo i loro corpi, di cui ci saremmo nutriti durante l'inverno, poi tornammo a casa, nei nidi sotterranei dove ci aspettavano le nostre madri. La prossima covata si stava per schiudere e presto la nostra razza avrebbe nuovamente popolato numerosa la Terra, dopo averla ripulita secoli addietro dagli Umani che la infestavano.