L'ultimo esemplare
Biancamaria Massaro
1775 battute

Il vecchio alla cassa ci avvisò che sarebbe stato uno spettacolo orribile, però non ci lasciammo intimidire dalle sue parole. Volevamo dimostrare a tutti i costi di essere già grandi, pur sapendo che gli adulti per primi si erano rifiutati di vederlo. Si diceva che quelli che lo avevano fatto fossero usciti di senno. Si erano uccisi, soffocando prima la moglie e i figli nel sonno. Solo le donne erano state abbastanza sagge da rifiutarsi di comparirgli davanti.
Si trattava dell'unico esemplare rimasto, gli altri erano scomparsi tutti dopo l'Ultima Guerra. La razza umana stessa si era quasi estinta e i sopravvissuti si erano rifugiati nelle pochissime zone bonificate dalle radiazioni. Davanti al camino, d'inverno i nostri padri ci parlano ancora con rimpianto delle città che non conosceremo mai, chiamandoci quelli della Generazione Perduta, o i Figli della Bomba.
Solo un attimo di esitazione, poi entrammo nella stanza. Era completamente spoglia, tranne per un quadro che andava da terra fino quasi al soffitto. Era coperto da un drappo nero, che una voce alle nostre spalle ci invitò a levare. Lo facemmo: una superficie fredda e liscia ci restituì la nostra immagine riflessa, tutto qui. La tensione accumulata fino a quel momento allora si liberò, facendoci esplodere in una sonora risata. Non era facile ridere in un mondo ormai morto, perciò accettammo di buon grado l'essere stati presi in giro.
Quando uscimmo, l'uomo alla cassa ci spiegò che i Figli della Bomba erano troppo giovani per inorridirsi davanti a uno specchio, però questo non ci rendeva adulti, né provava il nostro coraggio.
Max lo guardò malissimo con i suoi tre occhi cremisi, io gli feci un gestaccio con il mio unico braccio, mentre Alex gli ringhiò contro, mostrandogli le sue lunghe zanne.