Zeppelin
Mirror Six
2498 battute

2 marzo 1944
Compivo 14 anni.
Non avevo mai visto gli americani.
Li aspettavo, come tutti in quei giorni.
A dir la verità qualcuno un po' meno e teneva pronta la valigia sotto il letto, ma questa è un'altra storia.
Come un gatto, i sensi all'erta, mi aggiravo nella luce del tramonto cercando da mangiare nei campi prima coltivati.
Furono proprio i sensi affinati dalla paura di quei giorni che mi fecero alzare lo sguardo verso est, dove vidi il cielo muoversi. Letteralmente.
Sobbalzai, ma la curiosità vinse la paura. Continuai a seguire quella forma indefinita di cielo che scendeva verso il bosco.
Ne definii i contorni, mi pareva uno Zeppelin!
Lo avevo visto al cinegiornale. Questo però era affusolato, silenziosissimo e color del tramonto.
Che fosse l'arma segreta dell'Asse che quelli con la valigia sotto il letto aspettavano?
Dimenticai la fame e i campi. Entrai nel bosco.
Percepii la forma sopra di me: lo Zeppelin non era atterrato ma stava lì a mezz'aria e intanto che la sera avanzava esso mutava la propria sfumatura di blu.
Mi sentii toccare, mi girai di scatto.
I miei sensi felini non mi avevano aiutato: paura vera.
Erano due ma non erano tedeschi.
Li avevo ben visti al cinegiornale e quando erano passati a visitare il podestà.
I due che mi osservavano silenziosi erano alti e magri, vestiti con divise nere attillate che sembravano sommozzatori, ma senza maschera e bombole: americani!
Pensai: forse me la cavo.
Non dissero nulla ma io li sentii ugualmente parlare e parlavano il mio italiano dialettale.
Rimasi a bocca aperta.
Mi invitarono a salire.
Annuii sconcertato.
Fu un attimo: in una sala con pareti di acciaio satinato, luminosa ma senza luci, una porta prima invisibile si aprì e di lì entrai in una specie di cabina del telefono che si chiuse.
Un breve ronzio e si riaprì.
Gli americani senza parlare mi ringraziarono e mi diedero una caramella blu come la notte che era arrivata: era il regalo di compleanno.
Mi riportarono tra gli alberi.
Volevo chiedere loro quando sarebbe finita la guerra ma lo Zeppelin già si allontanava nel buio.
Mangiai il mio regalo.
 
2 marzo 2100
Compio 170 anni.
Qui, in una struttura sotterranea nel deserto del Nevada, ho trovato dei nuovi amici: Jean, Liam e Sasha con cui mi intendo a meraviglia anche se io non conosco il francese, l'inglese, il russo né loro l'italiano.
In comune abbiamo:
l'età;
una salute di ferro: mai avuto carie in vita mia;
un segreto: una caramella blu mangiata il giorno del 14° compleanno;
una delusione: quella volta non erano americani.