La forza dei sogni
Francis H. Ripper
2494 battute

“Mamma, papà, ho deciso che mi manterrò scrivendo.”
“Cesare, ma che stai dicendo?”
“Pensa a studiare, piuttosto. Con quello che costa l’università. Prima trovati un lavoro, poi farai tutto quello che vorrai.”
“Che me ne frega dell’università, le materie sono inutili, noiose…”
“Ma ti mantengono.”
“Prima studi, poi ti trovi il lavoro, poi, ripeto, fai quello che vuoi.”
“Lasciamo cadere qua il discorso, che è meglio.”

Anni di sacrifici, di lotte, di conquiste, assolutamente vane e inutili, senza valore, desiderabili solo di essere gettate al vento. Il lavoro diventa la prima fonte d’insoddisfazione della giornata, e di tutti i pensieri neri che vengono dopo.
Solo con lo scrivere il buio scompare e viene la luce.

“Perché ti sei licenziato?”
“Perché non mi piaceva il lavoro che stavo facendo!”
“Ma sei impazzito? Era solo grazie a quello che potevi mantenerti!”
“Con tutta la fatica per trovarne un altro…”
“Vi ricordate quello che vi ho detto qualche anno fa? Io mi manterrò scrivendo: non farò altro.
Vivrò solo per scrivere, il mio unico sogno.”
“Cosa sei, uscito pazzo? E come pensi di pagarti l’affitto? Pagando con dei libri?”
“Un modo lo troverò.”
Determinazione negli occhi, sguardo fermo, una mano sulla maniglia.
“Voi non potete uccidere il mio sogno. Io vivrò e mi manterrò grazie a quello.” La porta si apre e subito viene chiusa di scatto.

Le illusioni iniziano a sciogliersi, le tanto sospirate abilità non compaiono, i primi debiti iniziano a materializzarsi, a crescere.
La creatività viene meno, la fantasia pare nascondersi, non voler uscire allo scoperto.
“Signor Cesare, mi scusi, ma quando pensa di pagarmi quelle somme che mi deve?”
“Mi dia ancora un po’ di tempo, per favore.”
“Me l’ha già detto il mese scorso.”
“Tra qualche giorno le restituirò tutto.”
“Certo. Ho già sentito questa frase.”

Poi lo sfratto. La porta si chiude e la casa diventa la strada, il tetto, il cielo aperto e cupo, punteggiato di stelle.
I genitori non ne vogliono sapere, sistematicamente gli chiudono la porta in faccia, sdegnosi.
C’è il rimpianto, la tristezza, il dolore: ma la ragione sopravvive. Questo era quello che volevi fare?
E questo fai, dunque!
Ecco il prezzo del sogno. Ecco il suo valore. Ecco la sua forza, per aiutarsi nelle vicende della vita.
Al primo inverno il freddo è intollerabile. Gli occhi si chiudono, il mondo scompare, compare il sonno, che non s’interrompe più.
Il corpo rigido viene notato da un passante. L’ambulanza arriva ma non c’è nulla da fare.
Il sogno, finalmente, è morto.