Matrimoni
Annalisa Urbano
1387 battute

Un accolita di prozie rugose, compresse in spezzati costosi e generosi al décolté, mechate che tanto la radice del capello sempre bianca rimane, hanno preso d’assalto il buffet dei pasticcini.
È il matrimonio di mia cugina. L’ultima in ordine d’età poi in connessione diretta me e mia sorella,le piccole della famiglia. Che ingiusta la vita. Ma soprattutto mia cugina. Sposarsi così, d’estate, con solo un anno e mezzo di preavviso… mia sorella mi passa un bicchiere di prosecco. È il settimo.
M’è venuto il singhiozzo. Non per il vino. S’avvicina zia Carmela e non è sola. C’è la cugina di mio padre e quella zitellona della figlia suora. Si salvi chi può!
«Che bel matrimonio, eh?»
Mia sorella fa finta d’annuire. Io scolo il bicchiere.
«Chissà quando ci ritroveremo ancora tutti quanti assieme?»
Eccola là. Che non si sapeva dove s’andava a parare?
«Allora,» fa secca la zia «chi è la prossima?»
Sorella silente.
Altro singhiozzo.
Attacca la suora «Sarà anche presto, avete passato trent’anni, no?»
«Veramente no»
«Ma siamo lì.»
«Mah» polemizzo «ventisette non mi sembra proprio trenta»
«Eh, eh, il tempo passa care mie…» la cugina dondola la testa...
«E la morte s’avvicina» sentenzia la suora.
Colpo di tosse. Gocce di saliva che saltano. «Ho la gola un po’ secca»
Non sembrerebbe.
«Pure io» fa mia sorella.
Sorriso tirato.
Faccio ciao con la manina «Alla salute!»
E ci dileguiamo in cerca di ferro.