I nomi che vorrei
Angela Baccaglia
2467 battute

Mio fratello ha un nome assurdo, si chiama Elvis e io ho un nome altrettanto assurdo, mi chiamo Joan. I nostri genitori, che hanno nomi normali sono stati influenzati dai loro miti anni sessanta, ossia Presley e Baez e noi ne siamo la triste e ingiusta testimonianza. Credo che sia una forma di violenza molto sottile, quella di affibbiare nomi idioti per risultare eccentrici e originali. Io e mio fratello abbiamo nomi da cane, nel senso che giusto i cani si possono chiamare così, perché noi non finiamo con un nome, abbiamo anche un cognome e quello che ne viene fuori è un accostamento buffo di parole. Elvis Tagliabracci e Joan Tagliabracci sono qualcosa di davvero improponibile per le orecchie di chiunque.
I miei genitori si sono separati che non avevo nemmeno cinque anni. Io sono rimasta con mia madre e mio fratello, otto anni più grande di me, è andato a stare con mio padre e non so con che logica ci hanno spartito. Mi fa orrore al solo pensarci, tipo Io mi prendo il televisore, tu il videoregistratore, io mi prendo il divano ma il letto te lo lascio, io mi prendo Joan tu prenditi Elvis. Ecco, al riguardo non ho voluto chiarimenti.
Dopo tre anni che i miei hanno divorziato è arrivato in casa nostra Giacomino, il nuovo fidanzato di mamma. Giacomino ha un figlio con cui non va molto d’accordo, però ogni tanto me lo trovavo a dormire sul divano.
Elvis con mio padre parlava solo di calcio, di fuorigioco e di calciomercato. Quando mio padre, dopo sei anni dal divorzio con mia madre, ha portato nel suo appartamento una donna che si chiama Marisa e questa Marisa era seguita a ruota da due figlie concepite con un uomo che nemmeno era il marito, mio fratello Elvis ha smesso di parlare anche di calcio e annessi.
Adesso che mi devo sposare, invitare la mia famiglia è un casino. E’ come tentare di accomodare nella stessa tavola Bush vicino a Bin Laden; dall’amore all’odio in brevi sequenze. Ora le chiamano famiglie allargate o qualcosa del genere, con acquisizioni di fratelli, cugini, zie e compagnia bella, una ramificazione che è quasi in voga, perché oggi i matrimoni che durano sono solo quelli che alla noia non ci fanno più caso, o quelli che stanno repressi nella loro infelicità. A me e Elvis, invece, questa ramificazione ci ha fatto incazzare a morte, noi che ci sentiamo solo come i giocattoli che hanno voluto in un attimo di libidine per utilizzare quei nomi trionfali che parevano bastare per rendere la loro vite spettacolari.