L’imprevedibile risvolto della trattativa
Stefano Cardinali
2458 battute

   L’odore del caffé e il tintinnio delle tazzine svegliano Marco.
   - Buongiorno amore!
   - Buongiorno pigrone!
   - Ma non toccava a me portare il caffé a letto stamattina?
   - Se le bambine e io avessimo aspettato te staremmo ancora a poltrire! Non vai al lavoro? – dice Cecilia mentre sfiora con le sue le labbra del marito.
   - Ieri sera ho fatto molto tardi e stamattina posso prendermela comoda.
   - Buongiorno papi!!! - Camilla e Giulia, le gemelline, saltano sul lettone e vanno a stampare, in perfetta sincronia, due baci sulle guance del padre.
   - Buongiorno, mie dolci signorine! Pronte per un nuovo e faticoso giorno di scuola?
   - Ma dai, papi, hai sempre voglia di scherzare! A scuola non si fatica. Lo sai che Giulia e io non vediamo l’ora di entrare in classe per…
   …CLICK…
   Guerrino spense la tivù e buttò via il telecomando. “Ma in quale favola vivono questi? Dove s’è visto uno che è contento quando lo svegliano? E poi sempre ‘ste belle famiglie: le bimbe bionde con gli occhi azzurri e le madri già truccate di prima mattina e con due tette… ma non lo sanno che prima o poi tutto si sfascia e ti mollano da solo come ha fatto quella stronza venti giorni fa? Anzi è passato quasi un mese e io ho finito le camicie pulite e pure le mutande… vabbè per quelle basta metterci su un po’ di sapone, strofinarle, sciacquarle… mica le devi stirare.” Si alzò dalla poltrona e, in uno slalom tra lattine vuote di birra, piatti di plastica e custodie di dvd, entrò in cucina. “Mi sono rotto di mangiare pollo e pasta al forno della rosticceria: ora la chiamo e le chiedo scusa pure se c’ho ragione così non potrà dirmi che sono presuntuoso e che non cresco mai. Sì, la prego di tornare, faccio il pentito e apro la trattativa con le solite promesse: mai più amici a cena senza preavviso, i calzini sporchi in lavatrice, la domenica a pranzo sempre al ristorante… e poi ti faccio trovare la casa pulita, solo poche camicie da lavare e poi… poi ricominciamo come prima!”
   “Pronto, sono io… volevo dirti che… mi dispiace. Si, lo so, sono il solito vigliacco prima ti tratto male e poi faccio la pecora. Ti prometto che non succederà più. Sono contento che lo credi anche tu, vuol dire che cominci a fidarti di me. Non è questo il motivo? Allora perché sei così sicura? Non torni più? Stai partendo? Per dove? Pronto, dove vai, non riattaccare! Pronto! Pronto! Non mi lasciare! Ti prego, mamma! Mamma! Mammaaaaa…