AMICI PER LA PELLE (DEGLI ALTRI)
Fernando Bassoli
2418 battute

 
Una stretta di mano e ci sedemmo. L'Hotel Palace sembrava un grande mercato. Il brusio di voci veniva rotto dalla risata di una signora grassoccia. Sedeva alla nostra sinistra. Il signor Garay la fulminò con un'occhiataccia, ma quella esplose in una nuova eruzione di riso. Allora Garay fece uno strano verso - gnneck! - e una luce sbrilluzzante gli sfarfallò negli occhi, mutando il suo sguardo all'improvviso. Custardoy sembrò percepire il mio disagio. Noi ci conosciamo da una vita, dato che siamo nati nello stesso quartiere vicino al Santiago Bernabeu, dove abbiamo cominciato ad amare il mitico Real. Quelle domeniche sulle tribune hanno cementato la nostra amicizia. Custardoy mi fece l'occhietto per rassicurarmi. Poi prese la parola, rivolgendosi al misterioso signor Garay. "Allora? gliela diamo una mano, al mio amico? così finirà di passare le notti insonni?", domandò. "Ecco vede il mio problema." aggiunsi io, ma Garay mi interruppe. "So già tutto. Ho capito la situazione. Custardoy mi ha spiegato. Del resto ne ha buon motivo: Jauralde è uno senza scrupoli." sussurrò. Mi sentii rassicurato. Conoscevo a fondo Custardoy: per quanto eccentrico ed imprevedibile, era in gamba: ne aveva viste di cotte e di crude, sopravvivendo a mille disgrazie senza fare una piega. Conclusi che mi aveva presentato la persona capace di tirarmi fuori da quella situazione balorda, che stava rovinando i rapporti con la mia famiglia. "Come fare?", ripetei, scosso da un fremito di rinnovato entusiasmo. "Semplice: basta pagare." replicò secco Garay. "Ci pensa Pedrinho." aggiunse subito dopo. E si passò l'indice della destra sotto la gola, facendolo scorrere in orizzontale. "Un suo amico?" chiesi. "In un certo senso sì. E' uno che ha un certo potere, sulla vita degli altri. Cinquemila pesetas e Jauralde non le darà più alcun fastidio, signor Aragon". "Davvero, ne è sicuro?". "Certo: i morti non danno più fastidio a nessuno, mi creda." concluse lui, ed un brivido mi percorse la schiena. Non mi ero sbagliato: Custardoy stava diventando sempre più pazzo, ma non credevo fosse giunto al punto di andare a raccontare i fatti miei ad un uomo che poteva farmi diventare il mandante dell'omicidio di un personaggio così in vista come l'imprenditore Jauralde: il costruttore più ricco di Madrid. Dopo un primo sgomento, però, scoprii che l'idea non mi dispiaceva più di tanto. In fondo, prima o poi tutti dobbiamo morire.