AMORE
Marco Giorgini
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Anche quel mattino, passando davanti alla ripida rampa di scale, non era riuscita ad evitare di guardare in basso. Sapeva che non poteva essere vero (era passata quasi una settimana) ma le sembrava di vedere ancora tracce di sangue di suo marito sul pavimento, giù, vicino alla porta.
 
"Una disgrazia! Una disgrazia!"
Questa frase, urlata tra le lacrime da sua sorella, che per prima aveva trovato Carlo, non aveva mai smesso di risuonarle nella mente. Un grido straziante e disperato. Forse troppo.
Lei era in cucina quando era capitato. Quel suono così orribile. Quel tonfo. Quella voce maschile strozzata. E poi le urla di Maria, sua sorella. Che le avevano tolto il respiro, insinuandole sospetti.
Alla polizia aveva esitato a dirlo. A quei poliziotti dall'aria distratta, che erano venuti a fare un sopralluogo, senza convinzione.
"Cosa è successo? Suo marito è morto, cadendo dalle scale? Ah, sì, bene. Le mandiamo qualcuno."
Loro figlio piccolo, Mirko che fissava dall'alto il papà, con lo sguardo catatonico.
Lei che correva giù, capendo già, che Carlo non poteva essere ancora vivo. In quella posa innaturale.
Maria che piangeva. E che chiamava il nome del cognato, disperata.
Alla polizia aveva esistato a dirlo. Ma l'aveva fatto.
"Ho motivi di credere che sia stato spinto. Forse. Mia sorella. Credo fossero amanti."
Forse lui voleva troncare il rapporto.
Lei, dopo aveva cercato di ricostruire le cose, di capire come e quando suo marito avesse potuto tradirla con la più giovane Maria, senza trovare risposta.
 
Era ancora immobile quando arrivò Mirko.
Lei gli sorrise e lo prese in braccio. Il piccolo la guardò con aria seria e le strinse forte il viso. E lei iniziò sommessamente a piangere.
Per fortuna a Mirko il padre sembrava non mancare. Almeno lui era forte abbastanza per entrambi.
 
Poi, un pensiero strano, improvviso.
Scostò il bimbo dal viso e guardandolo dritto negli occhi gli chiese se era presente quando papà era caduto. Mirko annuì, serio, senza esitazione.
Lei fece allora un respiro profondo. E poi gli chiese se aveva visto Maria spingere il papà.
E il bimbo aveva scosso la testa, sorridendo, e lei l'aveva di nuovo stretto a sè.
 
E si rimise velocemente a pensare a sua sorella e cercando nella memoria indizi della tresca che sicuramente c'era stata tra lei e il marito. Cercando di dimenticare la manina del figlio che, alla domanda di prima, aveva puntato il dito verso il proprio petto con fare assertivo.
 
Strinse a sè Mirko. Guardò ancora una volta la rampa di scale e tornò in casa.