L'ASSOLUZIONE
Vinicio De Marchis e Massimiliano Lanzidei
2494 battute

 
"Perdonatemi padre, perché ho peccato."
"Ti ascolto, figliolo."
"E' successo tanto tempo fa, padre, da allora non ho più il coraggio di entrare in chiesa."
 
Domenica mattina. Presto.
In parrocchia a Roccasanta c'è già movimento, don Giulio inizia di buon ora. Ne ha già confessati una decina quando dietro la grata si inginocchia la signora Maria Vittoria. Mancano venti minuti alla messa delle otto. La signora Maria Vittoria, ottantadue anni, è l'ultima persona del paese a vedere il parroco vivo.
Dieci minuti dopo la vedova Capecchi percorre il corridoio tra i banchi fino al confessionale.
Don Giulio non risponde al saluto. La vedova Capecchi prima alza un po' il tono della voce, poi prende coraggio e guarda.
Don Giulio è morto, il collo spezzato, la testa innaturalmente poggiata sulla spalla sinistra. Sono le otto meno tre minuti.
I carabinieri interrogano tutti i fedeli presenti.
Tra la confessione della signora Maria Vittoria e quella della vedova Capecchi don Giulio non è uscito dal confessionale, e nessuno è stato visto avvicinarsi. Però fra il confessionale e l'altare c'è la porta della sacrestia, e qualcuno potrebbe essere passato da lì, aver ucciso il prete, ed essere uscito per la stessa strada.
Nei giorni seguenti gli uomini del maresciallo D'Ottavi interrogano negozianti e abitanti del circondario. Agostino Marrazzo, detto Capatosta, sostiene di aver visto un uomo con un soprabito scuro allontanarsi velocemente in direzione della provinciale. Capatosta, la domenica precedente era stato fermato mentre camminava vestito solo di un paio di stivali, ma i carabinieri questo nel rapporto non ce l'avevano messo.
Alla fine il magistrato archivia tutto in un fascicolo "contro ignoti".
 
"Ho ucciso io don Giulio, padre."
"Stai calmo figliolo, non ti agitare."
"Non ho molto tempo. S'era appena fatto giorno, sono entrato in sacrestia e l'ho ammazzato come un coniglio, ma prima mi sono fatto riconoscere. Poi ho messo il corpo nel confessionale."
"Ma quelli che si sono confessati? Come hanno fatto a non accorgersene?"
"Eravamo tutti d'accordo. Hanno fatto finta, anche la vedova Capecchi che ha recitato la scena madre del ritrovamento."
"Ma perché?"
"Perché don Giulio era un bastardo. Mio figlio aveva solo sette anni quando iniziò il catechismo. Non potevamo permettere che continuasse anche con altri bambini."
"Figliolo, sei pentito del tuo gesto?"
"Padre, lo rifarei anche domani."
"Sai che il Signore in questo caso non può perdonarti?"
"Spero che non abbia perdonato nemmeno lui."