ASSORDANTE
Scillastrid
2420 battute

La porta in ferro battuto, come un reticolato a maglie strette, dell'ascensore, era stata sbattuta con violenza. Un gran fracasso. "E' il solito del piano di sopra che in un modo o nell'altro si diverte", disse a voce alta,  alla moglie. 
"Due e venticinque di notte!"
Carlo non l'aveva mai vista prima. L'aveva spinta dentro il portone, paralizzata dalla paura. Gli capitavano sempre quando non aveva uno specchio sotto mano. Si voleva vedere in faccia in una situazione di massima goduria. Umorismo nero. Borsa nella destra, valigia grande con le rotelle trattenuta per il manico allungato e poi c'era il bello: si era pisciato addosso. "Porca eva!, non ci voleva. Goduria imprevista. Voleva, vedersi in faccia allo specchio. Una perversione cosi' non era mai stata descritta, nelle cronache".
Ritorno' alla bionda la quale gli rese noto, stile notarile, che prima che qualcuno si affacciasse sulle scale per venire a curiosare e, appena la luce, "tra pochissimo", si sarebbe spenta, l'avrebbe riaccesa e allora il coltello a serramanico che aveva in mano. "sarebbe stato piantato nel suo pancino", penso' Carlo.
Era buffa. Sorrise, a un commovente, "pancino". Nei momenti di pericolo si ripassa in rapida sequenza, tutta la vita. Era ossessionato da quella tipa pantaloni a tubo su due gambe da Miss Italia, stivaletti tacco vertiginoso, mani candide e dita affusolate in contrasto con le maniche lunghe e nere del giubbotto in pelle, ovale perfetto, da attrice, "boccuccia di rosa", la canzone di de Andre' gli passo' con le immagini che la musica rievocava, per la mente, alla stregua di una beffa.
La luce si spense, la serratura di una porta scatto', la voce assonnata del tipo che credeva di essere sveglio e lucido, ululo', "che c'e' non siete mai contenti?"
"AAAAAAAHHHHHH!", agghiacciante lo terrorizzo'. Richiuse la porta coraggiosamente aperta alle sue spalle.
Scese a rotta di collo, due rampe per diciotto scalini.
Si volto'. La lama fredda le squarcio' la gola. Si accascio' a terra scivolando lungo la porta dell'ascensore. Inciampo' in una borsa, cadde sul corpo della biondona,  lago di sangue, si', era lei che vedeva spesso, ora con la gola squarciata. Con un sangue freddo che non si conosceva, si rialzo' e lanciandosi di peso addosso a quel fottuto assassino, in cerca di uno specchio, lo butto' a terra e lo immobilizzo'.  Catturato il maniaco Carlo.
Medaglia al valor civile. Non salvo' la bionda.