LACRIME D'IRA
Silvia Bartoli
2500 battute
 

"Sweet home Alabama, where skies are blue"
La stanza era buia, le finestre chiuse senza uno spiraglio d'aria. Il cd continuava a girare, quella canzone allegra. Mentre fuori il sole era caldo l'odore della morte prendeva il sopravvento in quel luogo maledetto.
 
Probabilmente lo avrebbero preso, non si era curato di far perdere le sue tracce. Avrebbe voluto che soffrisse di più quel dannato, invece il colpo di pistola era andato subito a segno. Non credeva di avere quel sangue freddo. Si era preparato la scena come a teatro, davanti allo specchio, chiedendo consiglio al suo gatto. Il felino dagli occhi color ambra pareva disapprovare, un animale pensa a se stesso, non a placare l'ira con gesti inconsulti. Ora, il rischio era alto, e ciò che rimaneva fare era aspettare.
Chiuse gli occhi e tornò a quel giorno, un mese prima. Rivide il parco, risentì le urla dei  bambini che giocavano sulle altalene, e l'odore dei fiori. Rivide il suo sorriso e udì la sua risata cristallina che faceva vibrare la sua anima. Risentì quel tuffo al cuore e ancora una lacrima silenziosa scese. Credeva di averle versate tutte, fino a quel momento, eppure ancora pesanti, scendevano sul suo volto, senza rumore, senza singhiozzi.
Ricordò le sue ultime parole, e poi lo schianto. L'urlo. Il tonfo.
Ricordò il sole che si oscurava, la pioggia che scendeva fitta, color rosso sangue come quello di lei, priva di vita sull'asfalto. Ricordò l'odore dei suoi capelli e il calore del suo corpo che si spegneva. Ed ancora buio, pioggia, freddo.
Quel bastardo correva ubriaco in un centro abitato. Avrebbe potuto uccidere un bambino, una vecchia, una scolaresca intera. Ma aveva ucciso lei.
Come un vetro in mille pezzi, uno specchio dall' immagine ormai sfocata era la sua vita. Doveva solo fargliela pagare. Come un fantasma aveva solo aspettato che il bastardo fosse fuori in attesa del processo. Camminava ogni giorno, con quella pistola rubata in tasca, come i killer che vedeva nei film.
E poi eccolo.
Non era stato difficile. Non aveva neanche parlato. Quella scena preparata come un regista, ma non era uscito un fiato dalla sua bocca.
Tornò a casa, lasciandolo solo a marcire nel suo soggiorno.
 
La polizia non tardò ad arrivare. Lo ammanettarono, enunciandogli i suoi diritti. L'arma era appoggiata al tavolino di marmo gelido. L'ispettore si stupì della freddezza di quell'uomo con le lacrime agli occhi. Poi, voltandosi mente la pattuglia lo scortava fuori, si voltò a spegnere lo stereo. "Sweet home Alabama."