MANI
Francesca Campanozzi
2497 battute
 

L'uomo si sollevò del letto a fatica e mentre con gli occhi socchiusi e gonfi di sonno controllava le lancette dell'orologio -santiddio, sono già le undici, se non mi spiccio mi perdo il calcio d'inizio, che cretino sono stato ad andare a letto tardi la sera prima delle finali, che coglione- con la mano destra si massaggiava lo stomaco prominente al di sotto della sudicia maglietta con cui si era addormentato solo poche ore prima. Finalmente, dopo un rutto liberatorio, riuscì a issarsi sulle gambe secche e a infilare le scarpacce da tennis che usava come pantofole. Sbadigliando si stropicciò la faccia e si mosse verso la cucina, mentre una fitta lancinante alla testa lo avvisava che la sbornia non era affatto passata -santiddio quant'ho bevuto, che cretino scemo idiota, ora non capisco un cazzo e devo vedere la partita conciato così, 'fanculo a quei tre e a tutta la birra che m'han fatto bere, che poi mi sogno le mani, e che sogno del cazzo- e la tensione al basso ventre lo avvertiva che era ora di urinare, se non voleva farsela addosso. Facendo violenza su se stesso non aprì la porta del bagno -ci vado dopo, a pisciare, ora se non mi faccio una birra mi rimane in testa quel sogno di merda, le mani nel frigorifero, santiddio - ma spalancò quella della cucina e barcollando e sbuffando si schiantò contro il frigorifero lercio.
Quelle mani del cazzo.
Aprì lo sportello e fece per afferrare la bottiglia di Corona ghiacciata, un vero toccasana per la gola secca di un povero tifoso in procinto di assistere alla partita decisiva del campionato.
E l'avrebbe afferrata, la Corona, se non fosse stato per quel paio di mani di donna, affusolate e dalle unghie laccate di rosso che stavano proprio davanti alla bottiglia, una sull'altra come in atteggiamento riflessivo, con la pelle e la carne abrase all'altezza dei polsi nel punto in cui erano state separate dalle braccia, e grumi di sangue rappreso a chiazzare il ripiano su cui erano adagiate.
Proprio davanti alla Corona.
Fissando quelle dita sottili che stavano diventando bluastre, concentrandosi sulle lievi increspature della pelle intorno alle unghie scarlatte, l'uomo allungò un braccio e con delicatezza accarezzò il collo della bottiglia oltre ad esse. Riuscì a stringere il pollice e l'indice intorno al vetro e ad estrarre la Corona senza urtarle.
Chiuse il frigorifero e si trascinò verso il bagno, ma non prima di aver stappato la bottiglia e aver ingoiato alcuni veloci sorsi di birra.
Mi sto pisciando addosso, cazzo.