L'ULTIMO MINUTO
Marco Proietti
2485 battute

Sono sdraiato sul letto, legato, nudo e al buio. Non riesco a capire che giorno sia o da quanti giorni mi trovi qui. Il buio è assoluto, non riesco a scorgere né ad immaginare dove mi trovi.
L'ultima cosa che ricordo è che stavo tornando a casa, percorrendo il piccolo tratto a piedi che separa casa mia della metropolitana. Il ricordo successivo è lo stesso buio in cui ancora mi trovo.
Se provo a darmi una spiegazione, non riesco a trovare nessun motivo plausibile, non riesco a pensare a nessuno che voglia farmi del male. L'unica cosa che continua a martellarmi dentro la testa è la paura di morire.
Sento dei rumori, dei passi che si avvicinano, si fermano.
La porta si spalanca ed una luce fortissima mi ferisce gli occhi, facendomi scoppiare un fortissimo dolore in testa.
Lo vedo lì, sdraiato sul letto, tremante per il freddo e con gli occhi chiusi. La luce così improvvisa deve avergli ferito gli occhi.
È passata una settimana da quando l'ho catturato. L'ho visto sulla metropolitana, sono sceso alla sua fermata e l'ho seguito. Non ho fatto niente di speciale, ho solo aspettato il momento propizio. Il cellulare che squilla, si ferma per rispondere, gli sono addosso.
Me la sono vista brutta, ma tutto è andato bene, dopotutto sarebbe stata la mia unica possibilità di catturarlo e poi, dato il buio che c'era, di certo nessuno mi ha visto.
Mi avvicino al letto, alla sua faccia e gli respiro addosso. Lui apre gli occhi. Si muovono come impazziti in ogni direzione, lui non riesce a vedere me, ma io riesco a vedere il terrore, la paura nei suoi occhi. Vedo l'iride, ancora minuscolo per lo shock, tremare fortissimo. Il suo respiro si fa sempre più veloce. Potrei farlo morire semplicemente della sua paura.
Sento il respiro di qualcuno addosso. Deve essere lui. Non riesco a vederlo, intuisco i contorni della sua figura ma i miei occhi ancora non riescono a vedere.
Ho paura, il suo respiro è freddo. Già so quello che mi accadrà. Ho paura, voglio solo tornare a casa. Ho Paura. Paura. Paura.
Guardandolo tremare dal terrore, sento una scarica di adrenalina lungo il corpo. È incredibile come non ci si abitui mai al piacere che ti dà un'anima terrorizzata, consapevole di quanto poca sia la distanza che la divide dalla fine della sua vita.
Afferro il coltello che ho in tasca, lo apro e mi metto al suo fianco. Punto la lama esattamente in mezzo al cuore. Un colpo secco. Facile e pulito. Un altro cuore spezzato.
Ho voglia di una sigaretta! Cazzo, dove sono le mie sigarette!!