IL MISTERO DELLA CAMERA 666
Giovanni Buzi
2409 battute

Da mesi, ogni venerdì mattina, in una clinica di Napoli, puntuale come la morte, si scopriva un cadavere nella stanza 666.
Certo, si trattava della sala di rianimazione, ma possibile che ogni venerdì mattina si ritrovasse un morto? In quella stanza era capitato che si "tirassero le cuoia" anche in altri giorni e di venerdì in altri orari, ma "lo stecchito" del venerdì mattina non mancava mai.
Per prima cosa, si pensò a una iettatura, un malocchio bell'e buono, ma nessuno degli infermieri e tanto meno dei mecidi aveva il coraggio di dirlo. Si pensò una spiegazione più realistica: contaminazione batteriologica. Possibile, ma come faceva questo fantomatico batterio a condurre un paziente alla morte puntuale ogni venerdì mattina? E - sia ben chiaro - non un paziente qualsiasi, ma quello del letto numero 6. Fu eseguito ogni possibile controllo. Risultato: nessun difetto o anomalia.
Intanto, ogni venerdì mattina gli infermieri continuavano a ritrovare il paziente del letto numero 6 della stanza 666, gli occhi strabuzzati all'infuori, la bocca aperta in uno spasmo terribile come avesse visto... - infine sì, a qualcuno scappò la parola - come avesse visto il Diavolo!
Non era 666 il suo numero?
Si cambiò numero alla stanza. Facile ed econoimico; si girò l'etichetta e da "666" divenne "999". La mattina del venerdì seguente, il paziente del letto numero 6, nel frattempo mutato in 9, fu ritrovato stacchito, con la stessa maschera di terrore.
- Maledetta, questa stanza è maledetta! - prese a gridare Mariapia Istrice, la donna delle pulizie che in quella stanza, giurò, non c'avrebbe messo più piede.
Le parole del professor Giusto Infingardi, primario dell'ospedale, furono poche, ma risuonarono con energia:
- Se domani non è puntale al suo posto, se ne può restare a casa, per sempre.
- In quella stanza c'è il Demonio! - continuava a urlare la signora Istrice.
- Basta con queste sciocchezze! - gridò autorevole il direttore. - Già la metà d'Italia pensa che Napoli sia un covo di superstiziosi, vogliamo convincere l'altra metà?
Sarà, ma io non entrerò più là dentro! Ci pulirà lei, se vorrà! - decisa al direttore Mariapia Istrice. - Ecco, le do secchio, straccio e varechina... anche l'aspirapolvere: si ricordi di passarlo per bene ogni venerdì mattina, la spina la metta pure qui - e detto ciò staccò una presa, la stessa che alimentava il respiratore artificiale del paziente del letto numero 6.