L'OMBRA DEL GATTO
Elenabastet
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Lo trovò la fidanzata, che da anni si prendeva quella e altre umiliazioni, ma che non aveva mai avuto il coraggio di lasciarlo, perché glielo doveva.
Piero Faccioli, 33 anni, riverso per terra dietro la porta, la testa sfondata da un martello, sangue dappertutto.
Nessuno aveva sentito niente, quella volta. Ma non le altre volte, quando i due litigavano, o quando lui si dava ai suoi divertimenti ignobili, che andavano da insultare il marocchino che abitava sotto casa sua, operaio in un cantiere edile e con regolare permesso di soggiorno, a fare torture innominabili a tutti gli animali che gli arrivavano a portata di mano, gatti in testa.
L'agente Luisa Alberti interrogò la fidanzata, Claudia Botta, ipertruccata e in lacrime.
"Io ero al lavoro, aveva ragione lui, dovevo smettere di lavorare e stare a casa con lui."
L'agente Alberti tralasciò il fatto che se non avesse lavorato anche lei sarebbero finiti a vivere per strada visto che Faccioli era nullafacente. Ma lasciò perdere, come finse di non vedere il livido che c'era sulla guancia di lei. Tanto, comunque non c'era più per farle del male.
Mohammed Aziz, il bersaglio preferito delle angherie di Faccioli era anche lui appena tornato dalla Moschea:
"Era la fine del Ramadan, la nostra festa", disse asciutto. E appena chiuse la porta ringraziò mentalmente chi aveva ucciso quel mostro.
Da dietro una delle porte, lei prese in braccio l'ultimo gatto che era riuscita a sottrarre alle sue violenze. Aveva finito di ucciderli e torturarli. Stavolta l'aveva sistemato per le feste.
E nessuno avrebbe mai sospettato di lei, Bianca Rayneri, zitella per elezione, da due mesi pensionata dopo trentacinque anni di fabbrica.
Gatti bruciati, chiusi in forno e arrostiti, torturati, picchiati, tutti da quel bastardo. Non era il solo, ma era il solo in quella casa.
Le aveva aperto la porta, con la solita aria strafottente.
"Tu non puoi impedirmi di fare niente, vecchia puttana, e vedi cosa faccio all'ultimo tuo schifoso pieno di peli".
Lei aveva visto il martello e l'aveva usato. Senza pietà, ma ne era fiera.
Faccioli era caduto per terra, e lei si era assicurata che non torturasse più nessuno, uomo o animale.
Luisa Alberti chiese se c'era qualcun altro in casa:
"Ah, la signorina Rayneri, ma lei è anziana e mezzo sorda."
Già non poteva essere l'assassina di quel balordo. Un altro balordo o chissà chi poteva aver commesso il delitto.
Bianca sorrise vedendola andare via. Giustizia era stata fatta. E i suoi protetti la riempirono di fusa.