LA FORTUNA DI UN PRINCIPIANTE
Gabriele D'Arrigo
2495 battute
 

P. Gianni. Anni 65. Trovato senza vita  alle 12.45 di sabato 15 ottobre, in via Del Maino 5, nella sua abitazione.
La 38 era sul comodino. Insieme a un bicchiere colmo d'acqua, dove galleggiava con un ghigno innaturale una vecchia dentiera; poi c'erano un paio di occhiali da vista, due o tre sigarette sfuse, e un sacchetto di carta spessa su cui erano appoggiati circa 4 grammi di cocaina. Il corpo dell'uomo era steso sul letto, con gambe e braccia divaricate. Aveva un buco in fronte da cui usciva un grumo nero. Sul petto, come fosse stato sorpreso mentre leggeva, un rivista d'auto. P. Gianni abitava lì da anni e conduceva a prima vista una vita regolare; solo dopo sarebbe saltato fuori come, per arrotondare la pensione si arrangiasse con qualche piccolo affare di spaccio. Non era stata la 38 a sparare mortalmente, ma un automatica. La scientifica l'aveva trovata nel bidone  giù da basso, come se l'assassino, noncurante di nulla, l'avesse buttata come si conface a un sacchetto dell'immondizia. Nessuna traccia di sangue. Niente capelli né impronte.  Nessuno negli appartamenti vicini  aveva sentito nulla. L'assassino era entrato, aveva sparato, aveva chiamato la polizia e si era dileguato. Opera di un professionista. Invece no. C'era un particolare insolito. Che la porta dell'appartamento di P. Gianni era aperta e non mostrava nessun segno di forzatura. Doveva essere aperta al momento dell'omicidio. Da i primi interrogatori si venne a sapere che il marito di una massaia che abitava proprio di fronte a P. Gianni possedeva un automatica; comprata illegalmente chissà dove. La pistola mancava all'appello. Il marito della donna però non era in casa, bensì sul posto di lavoro. Si arrivò a una strana conclusione: la donna, che ogni tanto cucinava qualcosa per il vecchio in cambio di qualche grammo di cocaina aveva commesso l'omicidio. Mancava qualcosa... Esaminarono i suoi guanti da cucina e trovarono tracce di pirite. Non il lavoro di un professionista, ma la fortuna di una principiante. La donna, senza accorgersene, non aveva lasciato tracce perché a quell'ora portava spessi guanti gialli da cucina. Quello che confessò, dopo un torchio durato una settimana è che dipendeva da sostanze stupefacenti. E che elargiva favori anche di tipo sessuale a P. Gianni, in cambio di qualche dose. Avuto un alterco col vecchio era entrata in casa, aveva preso la pistola del marito e fatto un buco in fronte al vecchio. Non sempre un omicidio vuole un movente alla Agata Christie.