VITE SCACCIA VITA
Alberto Bolognese
2488 battute

Primo pomeriggio. Un locale.
Scale da scendere e da salire.
Non so da quanto tempo sono fermo qui, ma osservo, scruto, guardo e carpisco ogni fruscio che proviene da questo sottofondo.
Due voci si incrociano nella tenue luce. Click.
Fiat Lux. Ora è molto meglio. Le due voci hanno due volti.
Ragazzi. Rockettari. Stanno sul palco e montano i loro strumenti per stasera.
Quanti ne ho visti in tutti questi anni. Tutti uguali. Cambia la musica, cambiano i colori dei capelli ma l'anima nera e sfuggevole dei giovani rimane la stessa. La stessa merda. Io li odio.
Ti sfruttano e non sanno neanche dire grazie.
Quei due continuano a parlare. Si sfottono. Parlano di musica e di ragazze. Le loro. L'argomento diventa interessante e io drizzò le antenne.
Marco dice che la sua ragazza è strana in questo periodo. Secondo lui ha un altro, trova poco tempo per lui e non sa neanche se stasera viene a vederlo suonare.
L'amico, alza il piercing sul sopracciglio come se nascondesse qualcosa, ma l'altro abbassato a infilare il jack nell'amplificatore non nota niente. Lui no, io si.
Arrivano altri due, e riescono a esser peggio vestiti degli altri due, due pantaloni senza culo e cervello.
Cominciano a volare note a caso.
Marco è strano, controlla ogni due riff il cellulare per aver notizie della sua ragazza.
Niente sms. Niente squilli.
Sono le sette. E' quasi tutto pronto, mancano solo le persone a riempire il vuoto del locale.
Passi corti. Tacchetti svelti sulle scale. E' una donna. Bionda. Agitata. Nervosa come dieci caffè napoletani. Non aspetta di entrare in scena ma urla dalle scale.
<<Bastardo! Devi per forza trombarti tutto quello che si muove? Bastardo! Io ti ammazzo.>>
Il piercing sul sopracciglio stavolta rimane fermo. Sorpresa? No. Si chiama colpa e questa sera ha la sua faccia. La bionda avanza scagliandogli contro un pezzo di stoffa minuscolo che in aria si dispiega a forma di tanga con la scritta "Besame Mucho" sul davanti.
Mi cade vicino. I due litigano forte, le mani veloci si agitano a pochi mm dai loro volti.
Marco sorride. Si avvicina alla prova lasciando le grida a un paio di adidas da lui.
Si abbassa. Lo prende in mano. Lo riconosce. È della sua ragazza.
Lo vedo. Mi vede.
È  un attimo. Il tempo si cristallizza in secondi roventi. Mi prende con la destra e mi scaraventa nel petto dell'amico gridando Santi e Madonne.
Io vedo la carne. Il cuore. Esco. Ora vedo in faccia il batterista. Tutto brufoli e sexyshop.
Intorno sangue. Rosso. Come il manico del cacciavite che sono.