La Grande Bouffe
Paolo Triulzi
981 battute

Non si può morire mangiando. Non si può morire mangiando. Gridava Marcello, bloccato da un principio di congestione sulla Bugatti Roadster. Mentre l’assideramento sopraggiungeva e Michel già sfiorito dormiva duro il suo sonno, dentro, Philippe e Andréa indulgevano dolci agli infantilismi erotici di lui. Ugo, implacabile, inossidabile, nichilisticamente determinato, ancora impastava, coceva e sfornava.
Non si può morire mangiando. Proprio tu Marcello: un uomo debole. Un edonista, un egoista, un adolescente di mezz’età. Proprio in te è sorto in extremis il vezzo della moralità. Ugo invece, altra pasta: fedele a se stesso ed ai valori, i veri valori non quelli scritti dalla vergogna. Un solo adagio: il troppo stroppia. Siamo vasi traboccanti e allora trabocchiamo, uccisi da noi stessi ma non suicidi. Uomini estremi, consapevoli, primordiali, ma soprattutto uomini.
Non si può morire mangiando, Marcello? E allora muori di freddo sui tuoi giocattoli, là fuori in giardino.