E trenta
Alessandra MR D’Agostino
2164 battute

Piero mi porta a bere vino.
Piero ogni sabato, di fisso, mi porta fuori a bere vino.
Cazzo mi porta Piero ogni sabato a bere vino che sa che son astemia e che il vino io lo odio??!! Ma non c’è verso che desista. Insiste lui. Insiste Piero.
Piero l’ho conosciuto a una pizzata tra amici, al King, giù in Ascanio Sforza. Pioveva quella cazzo di sera di agosto e io mi ero appena stirata i capelli. Così, all’uscita, lui mi ha galantemente ospitata sotto il suo ombrello, cingendomi subito la vita, per poi toccarmi il culo.
Da allora facciamo coppia fissa io e Piero, e lui, ogni sabato, prima mi porta al King a pizzare in fretta, e poi, in giro per le enoteche di Milano ed hinterland, a bere vino, a bordo della sua Peugeot blu metallizzato del 1998, tre porte ed innumerevoli ghirigori tracciati da chissà quali sante mani sulla carrozzeria.
Assaggia!, esordisce Piero.
Non mi va, gli rispondo.
Il vino è l’anima dei popoli. Assaggia!, insiste lui.
Ma non era diverso il motto? Comunque no, non mi va.
Cazzo, assaggia, cristona allora.
È allora, nel preciso momento in cui comincia a bestemmiare, che le mie labbra si autoconvincono ad avvicinarsi al calice per poi sorseggiare.
Così bevo, tutto d’un fiato.
Non così, per Dio!, tuona allora lui.
Scusa!, gli faccio.
Il vino va goduto piano, come quando ti fai una scopata, fa lui.
Ah.
Prova con questo.
Ancora????
E dai! Poche storie!
Così bevo di nuovo, stavolta più piano, come ha intimato lui.
Allora? Che ti sembra?, chiede, avvicinandosi, con occhi luminosi.
Boh. Non saprei. Come l’altro.
Eh???
…..
Vabbè abbiam capito che è tempo sprecato e che te di vino davvero non capisci un cazzo. E dicendo così, si avvia alla cassa a pagare il conto, facendomi poi cenno di seguirlo verso la macchina.
Alle 23 e trenta in punto Piero mi riaccompagna a casa.
Allora domani?
Domani che?, chiedo io sapendo già ciò di cui parla.
Pranzo dai miei, no?!
Fatico a rispondere sì, immaginandomi già inchiodata al tavolo alle 12 e trenta in punto con piazzato davanti uno sconfinato e bisunto piatto di pasta e sarde di mia suocera Tina.
Sì…, alla fine poi mi esce.
12 e trenta in punto, ricordati senno mamma si incazza!, conclude Piero, poi sgomma via.