Acida metafora
The baker
1206 battute

Sete, ho troppa sete.
Ma profondo e vitale è il mio innato bisogno dell’acqua,
acqua che rinvigorisca queste mie molecole addormentate.
Sete: sete di ossigeno e idrogeno che risveglino il torpore della mia potenza.
Sete e in attesa mi fido di te e sono qui.
Immobile e intorpidita in attesa, mentre versi l’acqua in quel bicchiere, così diafano, così
trasparente ma a differenza di me così freddo e così sterile.
Sete, troppa sete per stare qui a disquisire quanta me ne devi versare.
Tu lo sai e per me solo questo è comunque sufficiente.
E godo nell’inumidirmi di tanta freschezza.

Fame, troppa è la fame di questi giorni d’attesa.
Troppa nell’immaginarti a mangiare; nel saperti a nutrirti di me.
Fame.
Fame di attesa
Fame di noia
Fame di me.
Fame che trascende mentre le tue mani mi nutrono.
Mentre mi aiutano a assimilare tanto sipido nutrimento.
Poi
Dissetata e nutrita, mi offro alle tue mani.
Al tuo robusto massaggio
Al tuo fecondo possedermi
Fino a che soddisfatto ti ritiri
Ed è dolce e calorosa l’attesa
Intanto che il mio ventre si gonfia
di vivida e nutriente potenza.
Anche se acida
Perché
È questo quello che sono
Acida,
e io torno ad essere acida
Quello che ero
Quello che sarò
Per te
Pane
Solo ed esclusivamente Pane.