Momenti
Graziano Lanzidei
2421 battute

Taglio il pane, mi guarda. Verso le sei ha telefonato: “Arrivo tra un ora”. “Va bene, t’aspetto”. Il telefono ancora in mano e già pensavo al piano d’emergenza. Sessanta minuti. Il tempo di mettere a posto la casa e di andare all’ipermercato di fronte a far finta di essere la persona che le ho raccontato. “Assaggi?” mi fa, tenendo un rigatone in bilico sulla forchetta. Avvicino la bocca, attento a prenderlo solo coi denti. “Un minuto” le dico. Lei sorride, mi sta divorando con gli occhi. Ha già in mente come farlo passare, il minuto. Colgo il momento al volo. M’avvicino e le do un bacio. Lungo, appassionato. Potremmo rinviare di un po’ la cena, penso, ma lei si riconcentra subito sulla cucina. Cerco di non distrarmi, ritorno ai preparativi. La bottiglia delle grandi occasioni è in tavola. Apro il secondo cassetto. C’è il cavatappi. L’accendino lì a fianco mi fa venire in mente la candela al centro del tavolo. Prendo tutti e due. Cavatappi e accendino. Accendo la candela. Vado verso l’interruttore. Spengo.
Illuminazione perfetta. Luce soffusa, atmosfera d’intimità. Tutta la casa sembra essere fatta apposta per illuminare la sua bellezza. Si volta, sorride. Rimango incantato. Cerco di scuotermi. Apro la bottiglia. Avvicino il tappo al naso. Dev’essere buono. Verso il vino nei calici, solo un paio di dita. Faccio ondeggiare il rosso nel bicchiere. Avvicino il naso al bordo, faccio scena. La guardo e mi accorgo di voler ancora cenare più tardi.
Mi avvicino, con i calici in mano. Lei si volta. Mi da un bacio, veloce.
“A cosa brindiamo?” chiede.
“A noi”.
Tutto va alla grande. Facciamo tintinnare i bicchieri, ci guardiamo negli occhi.
L’eccitazione sale. E’ arrivato il momento giusto per sferrare il colpo da maestro.
“C’è qualcosa che vorresti dirmi?” faccio. Una domanda tattica, ripetuta mille volte, studiata a tavolino. Lei deve solo dire: “vorrei fare l’amore con te” oppure “è un sogno” o qualcosa del genere. E poi il resto è cosa fatta. Mi guarda. Vedo che tentenna.
“Cioè… vuoi sapere… ehm…” le guance le si accendono, rosse come fuoco. Da la colpa al vino.
“Inizia a fare caldo, vero?” e apre una finestra.
Non riesco a dire nulla. Rimango in silenzio. Bevo ancora, solo per nascondere la delusione. Aspetto la sua risposta. Chiudo gli occhi.
“Forse avrei dovuto dirti prima… che… sto insieme ad un’altra persona”.
Il tempo è immobile.
“Da due anni e mezzo”.
Da allora, sono allergico ai rigatoni.