La pozione
Andrea Coffami
1161 battute

Avrei voluto vivere di pasta con acciughe, mi ritrovo con verruche andate a male e due calzoni. La sera noi si cena dai cinesi due involtini anche d’inverno, del resto costa meno della trattoria del centro. In metro io ti penso mentre mastichi le acciughe, io invece solo riso con lattughe per problemi di colite. La lite non è sempre un palliativo dell’amore, c’è sempre l’omicidio e poi cadere in depressione. Sono giorni che non tocco una lattina di Peroni, il medico mi ha detto: “Meglio berti due Campari” ma preferisco il gusto Molinari, ma i denari sono pochi, ho soltanto dei bastoni. Ti vedo in una foto che ti feci alla stazione, la getto dal vagone però lei non mi abbandona, allora la raccolgo e la rimetto nel giaccone, non certo per ricordo ma per farne una pozione: tre litri di benzina, due ritagli di giornale, sei dita di cannella, quattro pizzichi di sale, girare con dei semi di bambù per qualche ora, poi metterci la foto incriminata ed aspettare. E l’indomani bere la pozione a colazione, cospargersi la pelle con l’intruglio preparato, recarsi in luoghi tristi dove non c’è abitazione, fumarsi una Malboro e ripensare a ciò che è stato.