La piccola amica
Aldo Ardetti
2206 battute

Mi aveva dato dei zampuffetti sulla mano penzolante dal bracciolo della poltrona poi, all’improvviso, scattare e sparire in fondo al corridoio per riapparire, tranquilla ma con circospezione, per annusare a destra e a manca tutto il suo ‘territorio’, il suo mondo che preferisce avere sotto controllo. Poi prendere a unghiate il tappeto. A volte mi chiedo se in questa casa s'aggirino fantasmi. Questa casa non è solo la mia casa.
Sono abituato a questi suoi comportamenti e altri rituali.
Il tempo di dedicarmi alla lettura, distrarmi e rilassarmi, che avvertii una sensazione di disagio, qualcosa di strano nella casa diventata silenziosa. Di un silenzio strano, inusuale. Provai a lanciare richiami. Feci il tour che toccava i luoghi preferiti per le fisiologiche ore di sonno iniziando dal nostro letto, i tappetini, le sparse sedie, l'angolo refettorio. Nulla.
Nella testa cominciarono ad accumularsi ipotesi e congetture: ha approfittato di un momento in cui era aperto il portoncino d'ingresso? Era già successo quando si era avventurata su per le scale con conseguente perdita dell'orientamento. Smarrimento e disperazione. Dal balcone si era lanciata dietro un uccello che passava? Avevo sentito dire che anche questo può accadere, anche questo è un pericolo oggettivo. Oddio, come lo avrei raccontato, come lo avrei spiegato? Cominciavo a sentirne tutta la responsabilità fino a sentirmi male. Acceleravo il ritmo dei passi da un capo all'altro dell’appartamento. Ormai davo per scontato che fosse accaduto qualcosa di irreparabile. E la camicia, cambiata poco prima, s'era chiazzata di sudore. Me ne liberai nel bagno per rinfrescarmi pensando di placare anche l'agitazione che si era impadronita oltre che dello spirito anche del corpo. Andai davanti all'armadio per scegliere un'altra camicia pulita.
"Miao" fu un richiamo dal fondo.
Provavo rabbia e felicità. La colpa era tutta mia: io l'avevo rinchiusa nell'armadio, io le avevo chiuso le ante davanti al musetto, alla sua curiosità.
“Minù!”
La presi in braccio e la coccolai tra tante parole.
"Miao", rispose.
Ebbi la sensazione che fosse un rimprovero.
Allora affondai le mie dita nella sua pelliccia grigia, folta, morbida e profonda. E la baciai.