Divine interrogazioni (ovvero del futuro)
Alberto Volpi
1053 battute

Dio è come un gran professore, con la barba bianca d’attore, in un soglio altissimo come giudice di tennis oltre le nubi sporge l’indice e con la grifosi dei suoi manoni apre polverosi tomi, registri sinistri che forman le nubi, e allora tutta la classe la testa abbasse, sotto il banco guarda fuori l’ occhio bianco, nella cartella batte il cuore e sbanda, e la manona pesca tra le palline e allora tu pensi ch’è impossibile che t’impallini e ugualmente pensi che non esiste alcuna ragione perché non sia proprio tu: e senti così Demetrio in due schianti d’accenti: allora ti alzi il sorriso s’ossifica rispettoso mostri la giustifica, ma tutta la classe con malevoli occhi sbiaditi ride ride la gran bocca dice biavi biavi, a loro, e come un tuono s’ abbatte sulla tua giustificazione... e il cuore senti che ti è strappato via come fosse un grosso cerotto sul petto, solo dentro dentro, terribile, e poi lui espone nelle manone come una zolla pendente con radici visibili, tutti i vari vasi capillari strappati quasi come fili ancora elettrificati...