Una voglia a forma di libro
Ludovica Mazzuccato
2275 battute

Marta quando è depressa fa shopping, mentre Clara si rintana in pigiama davanti alla tv con un chilo di gelato, così la prima si ritrova il conto in banca in rosso e la seconda litiga con la bilancia ed entrambe ricadono nella spirale dei musi lunghi. Fortunatamente la mia serotonina ha altri gusti rispetto a quella delle mie due migliori amiche e per “regolarla” mi basta “accamparmi” nella libreria del centro, immersa tra tutti quei libri, mi sento protetta dal sapere. E’ come andare della mamma che sa sempre come incoraggiarti. Per ogni “tragedia” personale c’è lo scaffale giusto: quella volta avevo per l’ennesima volta litigato con Andrea, il mio grande amore. Mi fermai davanti alla scansia dei classici. Mi balzò agli occhi una copertina bianca: “Le affinità elettive” di Goethe.
Presi in mano il libro, lasciai che le mie mani lo aprissero a caso e lessi quella pagine come un oracolo: così come la calce tende ad unirsi a tutti gli acidi, tra alcuni esseri umani con la stessa naturalezza nascono importanti relazioni di felice infelicità; un sentimento che va oltre l’amore, il bisogno spirituale di cercarsi, attirarsi, inghiottirsi per poi ritornare al punto di partenza proprio come il ciclo dell’acqua.
Sentii subito che quelle parole erano cucite addosso al mio cuore: non dovevo disperarmi perché quello struggimento aveva un solo nome: AMORE!
Ed eccomi qui, dopo due anni, con una fede al dito, nel settore dedicato ai libri sulla gravidanza; probabilmente se quel giorno non fossi entrata qui, la mia storia con Andrea sarebbe finita.
Improvvisamente dalla mia borsetta esce la colonna sonora di Alien, suoneria riservata alle chiamate dall’ospedale. Guardo il display. Ho paura di rispondere. La voce inflessibile dell’infermiera. Come dice? Dio ti ringrazio! Mi guardo intorno, so dove andare. Quante volte davanti a questa scansia ho sognato! Eccolo lì “I miei primi mesi”. Vorrei chiamare Andrea e invece voglio fargli una sorpresa. A qualcuno glielo devo dire altrimenti esplodo. “Serve un pacchetto?” mi chiede sorridendo il commesso “No, sono io che sono in dolce attesa!” “Auguri!”. Guardo il nome sul suo cartellino “ALESSANDRO”. Bel nome per un bambino, per il nostro bambino che rischia di nascere con una voglia a forma di libro sul sederino!