Fine turno
Massimiliano Lanzidei
1996 battute

   Un pomeriggio di fine estate. Il sole è basso sull’orizzonte. Vento di scirocco spazza i campi appena arati. Sul limitare dell’aia – il volto illuminato dai bagliori del fuoco che attizza con il forcone – il Demonio getta le ultime fascine tra le fiamme.
   Gli aiutanti hanno finito da poco di ammucchiare gli ultimi scarichi nella catasta lì a fianco e sono rientrati nelle loro abitazioni.
   Rimane solo lui – come ogni giorno – a finire di bruciare le ultime anime.
   Dopo averle gettate nel fusto di latta che usa come braciere – ben attento che la fiamma non venga soffocata da un eccessivo carico – schiaccia col piede il mantice per soffiare aria sui tizzoni e mantenere viva la combustione. Guarda le fascine prendere fuoco e consumarsi e diventare cenere. Poi ne infila un’altra col forcone e la getta nel barile, poi un’altra, e un’altra ancora. Riempie il fusto e pompa sul mantice finché le fiamme non si rialzano.
   A fine giornata i muscoli sono indolenziti e le fascine sembrano più pesanti. Ma sono tutte uguali. Una identica all’altra. Solo nel guizzo della fiamma sembrano diverse.
   Il Demonio non si stancherebbe mai di guardarle. E ogni tanto solleva lo sguardo a seguire la colonna di fumo bianco che va a svanire nel cielo.
   Consumata l’ultima fascina cava di tasca un sigaro. Lo accende dalla brace e spinge il fusto al riparo dalle intemperie. Prima di rientrare in casa fa un giro intorno alla fattoria mentre finisce di fumare.
   Si pulisce le scarpe sullo zerbino prima di entrare. China sempre il capo mentre entra in cucina dalla veranda, come se corresse il rischio di sbattere la testa contro lo stipite superiore della porta.
   In salotto la televisione è accesa.
   “Dai un’occhiata qua,” della figura sul divano vede solo la testa, “guarda che roba,” insiste l’uomo dai capelli bianchi cambiando canale e indicando i volti che si avvicendano sullo schermo.
   “No, papà,” dice il Demonio togliendosi la giacca prima di mettersi a tavola, “lo sai che non mi piace parlare di lavoro la sera.”