Lettera dal fronte
Alis Naldi
1412 battute

 
Il prof. Adamo scattò un centinaio di foto, poi spense la macchina fotografica, sfilò il vetrino dal nuovo potente microscopio elettronico e lo ripose con cura tra i referti di anatomia.
Questo era successo un mese fa; ora il prof. guardava i risultati del suo lavoro.
Sparse sul tavolo vi erano le foto più belle, più nitide della sezione di un globulo rosso: precisamente di una vasta parete del globulo, sulla quale erano incisi strani geroglifici. La sequenza e l’ordine non davano adito ad incertezze sull’origine di quel messaggio che qualche ( mano ?, zampa? ) intelligente aveva lasciato a futura memoria. Geroglifici che uno stuolo d’esperti della comunicazione e della simbologia internazionale, aveva creduto di tradurre nel seguente testo:
“ Come esercito d’occupazione siamo veramente “sui generis”. Senza uno straccio di uniforme, bassi e tarchiati, uguali come gemelli, con una fede incrollabile: siamo i fautori del “piccolo è forte”. Il liquido in cui siamo appostati è vischioso e la visibilità impossibile; ci fidiamo del nostro intuito e di vecchi ordini ricevuti. L’invasione ha tempi e condizioni già definite: all’aumento notevole della temperatura, abbattiamo le protezioni e ci riversiamo a migliaia sul nuovo obiettivo. Semplice, devastante. Tutti gli anni, nonostante la guerra chimica, conquistiamo il mondo, anche se voi pensate che avete preso solo l’influenza.”
La firma è illeggibile.