Mannaggia il Sisto
Acio Benassi
2500 battute

 
  Pontinia è magica. Sembra dimessa, ma è la più vera di tutte le città nuove dell’Agro Pontino, non è finta ed artefatta come Sabaudia. Il Fascio le aveva fondate tutte come città rurali, ma poi Pontinia lo è stata e lo è tuttora, le altre no. Tu ci vai, la guardi e – al dolce sussurro del fluire del Sisto – ti trovi nella Bassa padana, tra Codigoro e Tresigallo. E’ un luogo dell’anima, il centro del tempo. Sugli argini – tra le canne – a volte vedi proprio l’ombra di Ligabue intenta a immaginare tigri tremolanti, ed ogni bar, a sera, s’empie di storie mitiche d’amori, di sport e di motori. E’ colpa del vento, che dal Sisto e gli eucalypti esala filtri e misture di loto.
  Pare che due di Pontinia – che non si vedevano da una vita – si siano incontrati qualche tempo fa a Parigi. Uno fa il professore alla Sorbona ed ha sposato la più grande architetta di paesaggio francese, una che comanda tutti i giardini di Francia. L’altro è una specie di genio dell’informatica, sempre in giro per il mondo, pieno di belle donne peggio di Briatore. Avendo tutti e due la giornata libera, si trovano per caso alla biglietteria del Louvre: “Guarda chi c’è?”. “Come stai come non stai”. Pagano il ticket ed entrano, ma senza guardare un quadro. O meglio: ci passavano davanti, ma manco li vedevano, sempre a dirsi: “Pontinia di qua e Pontinia di là”. Neanche Monna Lisa si sono filati: “Ti ricordi quella volta che il farmacista?”. “E quell’altra volta il parroco?” e via di questo passo.
  Finiscono il Louvre a vanno a Notre-Dame.
  Pure lì non guardano una finestra, una colonna: “Pontinia di qua e Pontinia di là. Ti ricordi quella volta che Bruno Finotti in piazza? E Vittorio Crociara?”.
  Escono da Notre-Dame e vanno agli Invalides, ma sempre: “Pontinia di qua e Pontinia di là, Mauro Denardis e Giovanni Raponi”. Insomma, per farla breve, girano tutta Parigi ma senza vedere per davvero niente, solo con questa Pontinia in mente. Alla fine si fa sera e vanno a cena. A Pigalle, al Moulin Rouge. Fiumi di champagne e spogliarello. Donne nude che passavano vicino al tavolo e si strusciavano. Loro manco una smorfia o una sgrullata.
  A un certo punto però, mentre mangiano quelle robe sofisticatissime francesi e dal palco suonano il Can-can, uno dei due se ne esce: “Chissà a quest’ora che stanno a fa’ a Pontinia”.
  “E che vuoi che stanno a fare?”, gli risponde l’altro triste: “Avranno appena cenato: mo’ escono a vanno a cazzarare al bar”.   “Eh, mannaggia il Sisto! E noi, come due stronzi, qua a Parigi”.