Babbo Natale e l'Anticristo
Carlo MIccio
2500 battute

 
Che orrore, questa vita di merda, pensa Babbo Natale all’ingresso del negozio di giocattoli, confinato nel solito centro commerciale volgarmente intarsiato di decorazioni natalizie.
Vita di merda: tanti sogni, tanti bisogni e neanche uno straccio di lavoro decente che lo faccia sentire degno di una identità reale. Per campare, da due settimane dispensa sorrisi barbuti a tutti i bambini che entrano nel negozio, e quasi sente di non farcela più. Ne ha visti milioni di ragazzini in quelle due settimane, tutti uguali, nanoidi inquinati dal benessere che entrano nel negozio e iniziano a chiedere, a piangere e a strillare se non gli compri tutto. Allora tocca a lui, avanti chiedi a Babbo Natale cosa vuoi per regalo, e loro giù a vomitare nomi sintetici e fluorescenti, nomi di giocattoli che sembrano definizioni di virus sconosciuti. Babbo Natale promette ipocrita di esaudire i loro desideri, e di tanto in tanto estrae losco una fiaschetta da sotto il panciotto, ingoiando frettolosi sorsi di vodka.
Una mamma coglie quel gesto furtivo, e per un attimo s’incrociano gli sguardi: Babbo Natale li squadra a fondo, mamma e bambino, lei con un crocifisso dorato al collo, lui con i capelli irti di gel.
Appena dentro il moccioso inizia a frignare: vuole Gordian, il vendicatore, e lo vuole subito, non a Natale. Lei lo zittisce, gli dice che la pazienza è la virtù dei forti, e gli ricorda il papa in televisione: ha detto che il Natale non va celebrato con il consumismo, il papa.
Basta regali, pensa ai bambini poveri, aggiunge la mamma.
Non m’interessa, brontola immusonito la piccola peste, ma la mamma ostinata continua a parlare del papa e di bambini poveri.
Babbo Natale li osserva già un po’ ubriaco, quando all’improvviso l’intero centro commerciale viene sconquassato da quella che sembra una scossa di terremoto. In un attimo è il panico, gli scaffali rovesciano sulla mamma petulante una valanga di piccoli Gordian, mentre il bambino inizia a vorticare furiosamente e si trasforma in un gigantesco Gordian. La gente osserva atterrita il demone d’acciaio che celebra il mancato edipo calpestando al suolo la madre morente.
Poi si volta e ruggisce in trionfo: Non me ne frega un cazzo del papa, non me ne frega un cazzo dei bambini poveri. Io sono Gordian, l’Anticristo.
In quel momento l’intero negozio prende fuoco, e poi l’intero fottutissimo centro commerciale. Babbo Natale si allontana fuggendo dall’incendio, e intanto pensa: basta con la vodka, basta con tutti questi lavori del cazzo.