Il bosco della ghianda
Adriano Robecchi
2496 battute

Quella sera, Isaia, strappato dalla comoda poltrona e costretto al volante della vecchia Fiesta per un improvviso malore della madre lanciò l’auto sulla statale per Isso evitando di attraversare il bosco della ghianda. Sebbene risultasse la via più corta per giungere a casa del genitore, il ragazzo aveva sempre odiato quel tratto di strada. La curva cieca prossima al fosso della ghianda infatti era stata causa di non pochi incidenti mortali.
I lavori lungo la statale avevano tuttavia creato un ingorgo bloccando lo scorrimento del traffico. L'imbocco per la strada vecchia situato pochi metri più avanti e la preoccupazione per la madre ebbero il sopravvento su un’insensata paura.
"Al diavolo..." mormorò Isaia sfrecciando sulla corsia d’emergenza.
Man mano che i rumori del traffico svanivano il giovane sentiva crescere l'ansia.
Distolse lo sguardo dalla strada ed osservò la spia della riserva: la scarsità di carburante era evidente. Bestemmiando rialzò lo sguardo in tempo per scorgere una ragazza immobile sul ciglio della strada.
Isaia, istantaneamente, spinse il pedale del freno.
"Ti serve uno strappo?" chiese il ragazzo abbassando il finestrino.
La ragazza, annuendo, salì sull’auto.
"Io arrivo fino ad Isso, posso lasciarti lì." disse Isaia squadrando la silenziosa passeggera.
La giovane aveva lunghi capelli neri e penetranti occhi azzurri, il vestito di un bianco intenso sembrava un antico abito da sera.
L’inaspettato anacronismo fece rabbrividire Isaia.
Il giovane aveva pensato che un po' di compagnia avrebbe alleviato il terrore che il bosco suscitava in lui ma la ragazza, chiusa in un sinistro silenzio, non dava segno di voler socializzare.
Da lontano apparve la fatale curva cieca.
La macchina sobbalzò improvvisamente e la ragazza venne scaraventata contro la portiera. Puntellandosi col gomito la giovane si girò verso il conducente.
Alla guida non c'era nessuno ed il volante girava pericolosamente a vuoto.
L’auto si schiantò lungo il bordo della curva ribaltandosi nel fosso della ghianda.La ragazza scivolò fuori dalle lamiere della macchina e si sdraiò stordita sull'erba.
Sopra di lei una lapide, consumata dal tempo, riportava la foto del giovane che le aveva offerto il passaggio: Isaia Granelli, prima vittima dei numerosi incidenti del bosco della ghianda.
La ragazza volse istantaneamente lo sguardo al luogo dell'incidente solo per distinguere una carcassa arrugginita. Le labbra si aprirono nell’ovattato urlo dei sordomuti e svenne ai piedi della lapide.