Che succede Vittorio?
Simone Corà
2479 battute

É parecchio confuso, il maresciallo Vittorio. Insomma, sta scappando, ha il fiatone, un ginocchio dolorante, e i pantaloni troppo larghi che minacciano di cadere. Il brutto è… che non capisce. Cosa gli succede?
 
 
Prima c’è il sindaco, agitatissimo, che lo sveglia telefonandogli, allarmandolo del fatto che è successo qualcosa di strano alle Pompe Funebri di Agostino.
“Venga subito! La situazione sembra grave. Gravissima!
Che palle. Il sindaco e le sue solite manie.
Ma non c’è neanche il tempo di stiracchiarsi, che bussano alla porta dell’ufficio. Toh, è Bernardo il barista, il carissimo amico di Agostino. Ha le guance rosse, come sempre. Di inconsueto c’è il sangue che gli insozza la camicia e quella curiosa spranga che tiene in mano.
“Ce l’aveva, prima. La testa, dico,” esordisce Bernardo, ansimante. Il sangue ce l’ha anche sulle mani. E pure sulla fronte! “Ma quando gliel’ho staccata”, continua Bernardo, “misericordia!, quello si muoveva ancora. L’ho ucciso, santo cielo. Ucciso! Ma forse nessuno l’ha ancora avvisato…” Tira su col naso, agita per aria la spranga e grida con ferocia, nonostante l’odore del vinello di stagione sia un po’ troppo… beh, compromettente: “Agostino, accidenti a te!”
Spiega quindi a Vittorio che tutto quadrerebbe, perché, a quanto pare, nelle bare del becchino ci sarebbero degli ospiti che dovrebbero riposare al cimitero, e invece al camposanto non sono affatto. E soprattutto non riposano.
“Sa,” continua, “dicono che rubi loro i vestiti.”
“Ai morti?”
“Per quello li tiene lì da lui. Quel delinquente! E gli offrivo pure il caffè!”
Poi ecco che un cellulare squilla impaziente. É addirittura Agostino in persona, che invoca l’aiuto della giustizia per risolvere un problemino nel suo ‘negozio’.
“Ritornano!” urla.
“Chi?”
“I morti! Chi altro potrebbe qui da me?”
Vittorio scansa allora Bernardo, e si precipita in soccorso del becchino. È la legge, lui, e deve dimostrarlo a tutti. Non importa che quei tutti ora non siano altro che individui dal basso quoziente intellettivo, a malapena in grado di camminare, riconoscibili da un vistoso trucco di dubbio gusto, e con una spiccata predisposizione per piatti a base di cervella. E sembrano arrabbiati. Cavolo, solo perché se  ne vanno in giro in mutande…
Vittorio chiede spiegazioni, ma quando l’unica risposta che ottiene è un morso al ginocchio, capisce che…
 
 
Ecco! Adesso capisce… Diamine, è così semplice! Ed è inutile correre, meglio mettersi a mangiare. Già, è ora che inizi a fare il morto.