Non è ancora finita
Dr Frank Ripper
2412 battute

Luca guardò con soddisfazione il cadavere ai suoi piedi. Era stato facile piantargli un coltello alle spalle mentre era distratto. Non avrebbe mai dovuto abbassare la guardia. Povero zio.
Il giardino di Luca era molto esteso. Trovò subito un luogo perfetto per l’ultimo riposo dello zio, vicino alle aiuole. Lasciò il cadavere all’aria aperta, rientrò in casa e corse a prendere un badile.
Lavorò a lungo e con fatica, quasi senza pause. Quando terminò, sospirò un paio di volte e sorrise soddisfatto. Poi gettò il cadavere nella fossa.
Quando questo fu ricoperto da un buono strato di terra, a Luca parve di aver fatto un ottimo lavoro: quasi non si vedevano tracce di scavo. Come se la terra avesse inghiottito il corpo dello zio tutto in una volta.
Luca tornò a casa. Il silenzio attorno lo rasserenava e gli destava quasi piacere. Da un po’ ormai non si sentiva più nulla attorno alla casa, solo le grida dello zio e i rumori del badile che fendeva il terreno. Ora tutto era silenzio. Luca sentiva distintamente i battiti del suo cuore, simili a scoppi di bombe in lontananza.
Mentre rientrava in casa un rumore lo incuriosì. Cos’era stato? Un rumore di terra in movimento, gli parve. Si guardò intorno. Silenzio. Riprese a camminare e un secondo rumore lo fece di nuovo fermare. Cos’era, da dove veniva? Si guardò ancora intorno.
Finalmente guardò verso la terra appena smossa e qualcosa gli fece gelare il sangue. Una mano emergeva dalla “tomba” e toccava qualcosa nell’aria, come cercando di aggrapparsi a un aggancio invisibile.
Luca era diventato pallidissimo e quasi senza accorgersene si avvicinò a passi lenti alla “tomba”. No, non poteva essere vero. Lui aveva colpito lo zio, l’aveva ucciso. No, non poteva essere! No!
Quando fu ai lati della “tomba”, un braccio emerse. Apparteneva allo zio, sicuro. La mano si avvicinò lentamente alla caviglia di Luca, poi l’afferrò saldamente e non mollò la presa. Quando Luca se ne accorse era troppo tardi. Provò a gridare, a liberarsi, ma le parole gli morirono in gola e la stretta era d’acciaio: non poteva muoversi. E nel frattempo il braccio lo trascinava sempre più giù.
-         Non è ancora finita – gridò una voce sepolcrale, una voce che gli ricordò quella dello zio. Provò ancora una volta a liberarsi, a gridare, ma non ci fu nulla da fare. Un attimo dopo anche il suo corpo era svanito sottoterra. Sì, aveva davvero fatto un ottimo lavoro con quello scavo.