Forse domani
Giuseppe Agnoletti
1420 battute

C’è stato un particolare momento in cui tutto questo è iniziato.
Ricordo il giorno, due mesi fa. Ritornai a casa e ti vidi immobile sulla poltrona, lo sguardo vuoto fisso sulla parete;  assente, muta, indifferente a tutto quello che dicevo.
E da allora le cose non sono più state  le stesse.
Non parli. Ascolti.. oh, sì. Ma è come conversare con il muro. Potrei dirti di tutto e non faresti una piega. Se ti mettessi a declamare sciarade e indovinelli saresti una Sfinge perfetta. Hai persino smesso di lavarti e, lasciamelo dire, non emani proprio un gran bell’odore. Quanto al sesso… zero assoluto. D’altronde si tratta di un atteggiamento perfettamente in linea con tutte le altre cose.
Se io sapessi perché non mi rivolgi più la parola. Per quale ragione continui a rimanere muta, rinchiusa nel tuo silenzio ostinato. Se solo potessi capire!
Entro in camera. Spalanco l’anta dell’armadio e mi sfugge un’occhiata odiosa. Le larve si agitano come per il sopraggiungere improvviso di un temporale. Si rifugiano all’interno, attraverso la comoda via di quel largo buco nel torace.
E penso che un giorno, forse domani, potrai riuscire a perdonarmi di quella cosa che, evidentemente, io ti devo avere fatto, ma della quale non ho più nessun ricordo. E allora di nuovo ricomincerai a parlarmi.
Magari domani stesso, mi dico richiudendo l’armadio in faccia a quella strana e misteriosa cosa che vi è celata dentro.
Sì… forse domani.