Alla luce del sole
Bruno Di Marco
2423 battute

 
Cena da Claudia.
Lei partecipa controvoglia.
I due uomini non sono particolarmente interessanti.
Uno parla solo del suo lavoro, l’altro è volgare, completo di catena d’oro al collo e occhiali da sole sulla testa anche a tavola.
E’ lui che invece del caffé propone altro e, esperto, prepara le strisce bianche.
L’eccitazione sale.
Claudia danza e, come da copione, sale sul tavolo cominciando a spogliarsi.
Lei non partecipa.
Quello con gli occhiali in testa la incalza con frasi originali: “non sai lasciarti andare, sei troppo rigida ecc. ”
Lei reagisce e gli vomita addossa una valanga di parole: ”non ho bisogno di niente per lasciarmi andare, lo faccio quando decido io ecc.”
Irritata con se stessa perché colpita da quelle provocazioni idiote sale sul tavolo e comincia a ballare. Claudia, rimasta in reggiseno, perizoma e autoreggenti di ordinanza, le si avvicina strusciandole  il seno ora su un braccio ora sull’altro.
La lascia fare quando le sbottona la camicetta e poi le sfila la gonna.
Seminude si guardano dondolando lente e ipnotiche.
Claudia allunga le braccia, le sfiora le spalle, la fa girare e fa per slacciarle il reggiseno.
Lei si volta improvvisa e le blocca le mani smettendo di ballare.
Serrandole i polsi ricomincia a muoversi a tempo coinvolgendo Claudia nel suo movimento.
La fissa negli occhi e con un gesto deciso si strappa il reggiseno.
I due uomini seduti le fissano ipnotizzati senza parlare.
Afferra Claudia alla nuca e la tira a se sottomettendola.
La conduce a sfiorare con le labbra il corpo della padrona, prima il collo poi il seno.
Un gesto deciso e la schiava è tratta in piedi , avvicina le bocche e con l’altra mano le strappa via il perizoma.
La coscia si insinua tra quelle di Claudia, il bacio è violento.
La schiava sussulta in preda ad un orgasmo lungo e squassante, poi si abbandona di peso, inanimata.
Lei la sostiene mantenendo la presa della mano sulla nuca e continuando il contatto tra le due bocche.
Poi scostando la testa di Claudia invita i due uomini con lo sguardo.
“Sono tuo” dicono all’unisono.
“Si, venite a me, coscine di pollo”
 
E’ l’aurora quando esce dalla porta di casa,  percorre il vialetto, apre il cancello e si ferma.
Il sole sta sorgendo, lei lo fissa aspettando che si mostri completo.
Lentamente passa la lingua sulla labbra fermandosi a gustare una goccia di sangue rimasta all’angolo della bocca.
Pensa: ”ma chi ha detto che noi non amiamo stare alla luce del sole” e sorride.