I sogni
Daniele Cambiaso
2485 battute

Lorenzo non ricorda un parco così, eppure tutto gli è familiare, persino la ghiaia sotto la suola delle scarpe produce rassicurante, mentre passeggia nell’ampio spiazzo dominato dalle creste di alcuni pini, frotte di bambini allegri e colorati corrono nelle aiole ben curate e un tiepido sole autunnale accende di fuoco il tramonto...
I sogni sono spiazzanti...
Mescolati ad un paesaggio in larga parte ignoto, riconosce alcuni luoghi dove era stato con Marika, nei primi anni della loro lunga storia, quando tutto possedeva un sapore di fiaba e gli anni, gli errori,  la sofferenza e il rancore non avevano soffocato la loro passione come le spire di un serpente. Prova un’acuta fitta di nostalgia, pensa che sarebbe bello fermarsi lì, voltarsi e trovarsela accanto proprio come allora, col suo sorriso timido e un po’ incerto. I sogni son desideri... Allora si volta, ma non c’è Marika, si è fatto più buio e non si percepisce alcun suono. Il parco è deserto, sente avvicinarsi qualcuno. La sagoma è vestita di un lungo giaccone scuro sbottonato, i lunghi capelli incorniciano un volto che non riesce a distinguere. Prova istintivamente paura, forse perché non riesce a mettere a fuoco il viso, anzi…perché la sagoma non ha faccia. I sogni sono assurdi
Lorenzo si mette a correre. Non conosce il parco ma sa che l’uscita non è lontana, deve buttarsi sulla destra e superare un arco falso medievale, che però ora appare sbarrato da un pesante cancello in ferro. Dietro di lui, i passi si fanno più vicini e il silenzio è irreale.
C’è un chiavistello arrugginito, non dovrebbe essere difficile forzarlo, ma c’è poco tempo e le gambe si fanno molli a pochi metri dalla possibile salvezza. Quando la raggiunge, le mani scivolano, scivolano sulla superficie del chiavistello, non riescono a farlo scorrere, mentre dietro i passi sono quasi assordanti
I sogni sono le tue paure...
La mano si ferisce sul bordo tagliente del chiavistello, è tardi, troppo tardi, meglio voltarsi, meglio capire. Allora si volta e in una luce incerta vede proprio lei. E’ Marika. “Ma allora sei tu” grida senza voce, sollevato. “Che spavento! Che bello… Sei tu! Allora ci sei ancora, non ho ucciso il nostro amore. Aspetta…”. Lorenzo vede Marika farsi quasi evanescente, figura stemperata nel buio inesorabile.
I sogni svaniscono all’alba Lorenzo non vuole svegliarsi. Vuole ancora il sogno, vuole Marika, vuole parlare. A quel punto vede una lama. Sorride.
Capisce che non ci sarà risveglio.
I sogni sono l’infinita ombra del Vero