Uccellino assassino E volando volò e volando era volato su un ramo e guardava.
Guardava la strada innevata, sul selciato il segno del passaggio lento di un auto. Grosso come un merlo ma non nero, afonO; dentro un canarino urlava. Era un giorno senza respiro; l'alba era arrivata senza preavviso Appena sveglio s'era rifugiato su di un ramo. Il silenzio. S'accese una luce. Da una finestra una madre ai fornelli. L'essere dal grido muto era appollaiato sul ramo che sembrava spezzarsi. Dalle scale scese il figlioletto, Colazione servita. L'uccellino senza scomporsi chiuse un occhio voltando l'altro verso il basso. Ore otto e dieci, tutti i bimbi vanno a scuola;
le linee sull'asfalto diventavano da due,quattro, sei e poi non le si contava più. Ore otto e quarantuno bimbo ritardatario. Ore otto e quarantadue, si alzo sulle zampe e Volò. Volò in volto a quel ragazzetto lo spinse in terra; inziò a beccare e beccò, beccò, beccò di più, ancora e poi di più e ancora e più forte, beccava e spolpava, beccava. Beccava sempre più violentemente, al ritmo del suono del suo becco sulle ossa e beccava
indistintamente qualsiasi parte di quel viso, beccava fronte, naso, occhi, mento, guance: si nutriva d'ossessione. Spolpava gli occhi e glieli infilava nelle orecchie. Con una rapida e meccanica torsione del capo beccò l'interno delle narici fino a divaricargliele. Godeva il bambino. Non parlò, non pianse, non non lo fermò mentre un rigonfiamento traspariva dal grembiule e più il volto gli si modellava sotto la foga ossessiva dell'artista, più le menti s'annebbiavano. Le mani, che non fermarono la tortura, scesero sotto la divisa e vi si avventurarono per la prima volta,fra i jeans. Ciò che gli si era ingrossato fra le gambe gli s'ingrossava fra le mani,s'accarezzava e fremeva... "Oh,la compagna di banco, oh la mamma ha le mani fra le mie gambe e le muove". Più il bambino s'accarezzava più l'uccellino assassino beccava, più godeva,più beccava e più si toccava, più velocemente tremava...ancora un po', spolpare e toccare, finchè...un lago di viscida pace non inondò il becco ed il ed i calzoni del pupo. E volando volò e volando era volato su un ramo e guardava.
|