Amore
Francesca Campanozzi
2494 battute

Lui le afferrò le mani e gliele strinse. Avrebbe voluto farle sentire tutto il suo affetto, il suo sostegno, ma lei non ricambiò la stretta e lui, dopo qualche secondo, la lasciò scivolare via. Ada, in cucina, aveva lo sguardo perso nel vuoto delle piastrelle, che non l'avevano ancora stancata dopo dieci anni di matrimonio.
La donna si alzò di scatto dalla sedia.
"Devo uscire", affermò tagliente, senza neanche guardarlo, e lui si allarmò.
"Ma..."
"Vado a fare un giro", tagliò corto lei, "ho bisogno di prendere un po' d'aria."
 In un attimo Ada fu fuori.
Marco era preoccupato e sentiva il peso della colpa su di sé. Avrebbe potuto gestire meglio la situazione? Avrebbe potuto dire a sua moglie che non l'amava più senza farla sentire tradita, rifiutata, buttata via? Non lo sapeva. Da quando avevano discusso, la settimana prima, pareva che Ada fosse sprofondata dentro se stessa, raggiungendo un luogo per lui inaccessibile. Lo stava tagliando fuori e lui non poteva farci nulla.
Non avrebbe voluto che finisse così. Aveva sempre visto se stesso come un uomo affidabile, serio, il prototipo del marito ideale. Il marito ideale. Chiuse gli occhi sopraffatto dalla vergogna, dal dubbio. Aveva preso la decisione giusta?
La chiamò.
"Tesoro, sono io."
Dall'altro capo del filo un silenzio carico di aspettativa.
"Sono solo."
"Dov'è lei?"
"È uscita." Marco faticava a parlare, ma aveva bisogno di sentire la sua voce, di nutrirsi del suo amore, di crederla vicina.
Lei intuì la sua debolezza e ammorbidì il tono. "Hai fatto la cosa giusta, lo sai anche tu. Ne abbiamo parlato a lungo, amore, e per quanto un matrimonio che va a rotoli sia sempre un..."
"È del mio matrimonio che stiamo parlando", puntualizzò lui seccamente. "Non di un matrimonio."
"Ma che ti prende, adesso? Ne abbiamo già parlato. Non ci starai ripensando, vero?"
Un attimo di silenzio da parte di lui, un attimo di troppo.
"Forse sono stato precipitoso, forse non ho riflettuto abbastanza."
"Non puoi dirlo seriamente. Noi due ci amiamo. Tu e Ada non più."
"Non ho riflettuto abbastanza", ripeté Marco, poi interruppe la chiamata.
Col cuore che gli scoppiava nel petto uscì di casa e si diresse verso il parco, dove sapeva che avrebbe trovato Ada, e infatti eccola lì, seduta nell'erba, con la testa tra le mani inondate di riccioli chiari e lacrime.
"Amore", la chiamò con dolcezza, e lei sollevò lo sguardo fino a incrociare gli occhi di Marco, che le si inginocchiò accanto. La prese tra le braccia e la tenne stretta a sé. "Amore mio", mormorò.