Benissimo
Graziano Lanzidei
2420 battute

Verso l'acqua bollente. Ci tuffo la bustina aromatizzata del tè. Sale un potente profumo di frutti di bosco. E' inebriante. Inspiro a fondo.
Marta, immersa nel suo sfogo, s'interrompe, mi guarda e chiede:
"Tutto a posto?"
"Si, si" la rassicuro. Lei riattacca.
"Insomma, ti dicevo, lui non è un maschio come vuole far credere, è solo una mezza femminuccia."
Rido. Immagina cosa penserebbe di me se mi mettessi a spiegargli che la parte più bella dell'intera 'cerimonia' del tè, è quella di sentire l'aroma, di abbandonarsi ai ricordi.
Continuo a sorridere.
"Non c'è niente da ridere."
Ha il tono incazzato.
Mi aggrappo alla prima scusa.
"E' che mi fa ridere lui, con quell'aspetto da pugile cattivo, che possa avere la sensibilità di una femminuccia. poraccio."
La scusa regge. Inizia a ridere anche lei. Riprende a raccontare, poi si ferma. Aspetta che inizi a darle conforto, a dirle che ha fatto bene a lasciare un invertebrato simile. In realtà piacerebbe anche a me che il cuore battesse più forte alla vista di una ragazza. Sarei un uomo felice se riuscissi ad innamorarmi. Provo ad abbozzare un:
"Se non lo ami più." ma mi fermo.
Sarebbe meglio che pensassi alle mie cose, piuttosto che impicciarmi degli affari degli altri. Scuoto la testa. M'arrendo.
"Non so cosa dirti, in questo momento posso soltanto ascoltarti e." ma lascio la confessione a metà. Lei intuisce. Fa come per dire qualcosa, poi lascia stare. Riflette, guardando la tazza del tè. Approfitto di quel momento di pausa.
"Un po' t'invidio" completo l'ammissione, mi sento più libero.
"Di cosa?" mi fa lei.
Continua a ripetermelo.
"Di cosa?" fino ad alzare la voce, per richiamare la mia attenzione.
Non le rispondo. All'improvviso, un profumo. La realtà si fa da parte, la mente si inchina. Spariscono i frutti di bosco, Marta e la sua voce. Tutto. Dentro quella stanza siamo rimasti in due. Io, quasi inebetito. E lei, ferma sulla porta, a scrutare qualcosa, proprio dietro di me. I capelli si appoggiano sul cappotto avvitato, gli occhi sono scuri e profondi e le labbra tratteggiate da qualche artista famoso. Le mani, sinuose, indicano un punto alle mie spalle. Si avvicina. Il cuore prende a battere forte. Cerco di trattenere ogni secondo. Si siede, proprio dietro di me. La realtà ritorna e mi scopre con un sorrisetto stampato sulle labbra.
Marta ha smesso di chiedere "di cosa?" e mi guarda stupita.
"Che è successo? Ti senti bene?"
"Benissimo" rispondo.