Il Blues dell'amore
Fiorenza Flamigni
2324 battute

Messanger.
An-Dy scrive:
- Mi ami?
VinKh
- Sì, ti amo.
An-Dy
- Ma quanto mi ami?
VinKh
- Tanto.
 
- Mamma, mamma, VinKh mi ama.
- Sì, tesoro. Anch'io ti amo.
- Che stai facendo al computer, mamma?
- Ho mandato una mail a papà. Gli ho scritto che ho trovato il lavoro.
Ancora non ha risposto. Ma lo farà.
- Esco con VinKh, mamma.
- Bacio, tesoro.
- By, mummy.
 
Sono sola, adesso, e mi dico che nessuna  parola potrebbe alleviare il dolore che ho dentro. Così mi alzo e  lascio il computer acceso. Per piangere il buio va benissimo. Mi stendo sul letto con la tapparella abbassata e penso che dovrei mettermi un plaid addosso. Ho i brividi, come quando mi sta per venire la febbre. La luce filtra solo da quattro fessure della finestra e sbava, con  lunghe strisce spezzate,  sul bianco del soffitto.
 C'è odore di cibo, quando cucino gli odori si concentrano tutti nella mia stanza e penso che  dovrei ricordarmi di tenere  la porta chiusa  e accendere  l'aspiratore. Comincio a piangere, e non è  un pianto normale. E' un disperato lamento gutturale che sale da un abisso senza fondo, dalla mia anima più nera, e vado avanti così per un pezzo.
Accendo la radio per non pensare a come tutto mi sembri inutile, senza il suo amore; a quanto fa male sentire il cuore che brucia come il culo di un dannato.  Per non pensare che in fondo si può sempre continuare a vedersi e che  essere "amici" è meglio di niente, quando tutti, ma proprio tutti, sanno che non ha senso. Tutti, all'infuori di me.
 Neanche avessi tre anni...
Tra una canzone e l'altra il deejai spara amene cazzate. Quando parte la canzone di Ferro ricomincio a singhiozzare e penso che sarebbe un buon proposito dare un senso nuovo alla mia vita. Ma per il momento è solo un desiderio e non vedo chi possa esaudirlo.
Voglio smettere di piangere, penso che mi verranno gli occhi gonfi, con brutte borse e occhiaie profonde, e devo soffiarmi il naso perché non riesco quasi a deglutire e respirare.
Torno in sala,  mi siedo di fronte al computer - accipicchia è passata un'ora -  e digito username e  password.
Leggo la sua mail, e invio la mia risposta: Ah... bene, allora è per martedì, alle quattro, nello studio dell'avvocato.  Ok, memorizzo. Sì, ci incontriamo direttamente là. Per il resto, bèh,  hai proprio ragione, in fondo mi va di lusso, avrò un buon lavoro e mangerò in mensa.