Le forme, e i colori
Fuma toscani
2484 battute

Chiara aveva il profilo di certe poesie che vanno a capo di frequente. La sua carne era bianca come una pagina di libro e la sua voce dolce sembrava nata in un tempio levigato dall'acqua.
Alberto, invece, lavorava coi colori e le forme: un pittore. Parlava poco perchè preferiva ascoltare Chiara, trovando che anche nel suo silenzio ci fosse della musica. E stava male quando lei era triste e per questo la teneva lontana da ogni brandello d'infelicità.
 
Ma un pittore non s'innamora solo dei silenzi: forme e colori, non bisogna dimenticarlo, sono essenziali. Forme e colori - gli occhi di Chiara.
Nitidi e immensi, tondi, appena appena allungati verso l'alto. Del celestegrigio di certe mattine di primavera quando sembra stia per piovere o ha appena finito o di fine autunno quando sta per uscire il sole dal grigio.
Alberto l'aveva amata all'istante per quegli occhi autunnali, fatti di cielo e d'acqua, di primavera tradita dalla pioggia, di righe di tante poesie scritte senza guardare per terra.
 
***
 
La pioggia cadeva, ma ad Alberto non dava fastidio perché gli sembrava d'essere negli occhi di Chiara.
Stavano camminando, vicini come due dita, senza ombrelli, bagnandosi senza accorgersene.
"aspetto un bambino", non aveva avuto bisogno di dire altro Chiara.
E lui subito aveva pensato che avrebbe avuto gli occhi di lei e sarebbe stato bellissimo. Lo immaginava con sottili capelli neri. E gli occhi della madre. E l'insolenza di un colore tenue che si lascia guardare.
Con quel "aspetto un bambino" s'era creato un filo di vetro fra loro - delicato, e resistente come la luce.
Attraversarono la strada sotto la pioggia, sentendosi unici e bellissimi, integri e perfetti.
Il rombo del clacson, l'urto terribile - Alberto sentì
o forse immaginò soltanto
il rumore delle ossa di lei che si spezzavano - della placenta maciullata.
Corse a vedere come stava - ma lo sguardo era fisso e le pupille dilatate.
Lei - lei, lei era morta.
 
***
 
Le conseguenze furono incredibili. Lui sapeva di non poter vivere senza gli occhi di Chiara. Si potrebbe dire che agì per sopravvivenza. Così prese un lungo spillo e se lo conficcò prima in un occhio e poi nell'altro.
 
Ebbe fortuna: gli occhi che gli trapiantarono erano quelli di Chiara (il merito fu di un amico medico). Così, ogni mattina, lo sguardo di lei, fatto di pioggia e poesie un po' tristi, lo avrebbe salutato, davanti allo specchio.
Chiara aveva degli splendidi occhi, e - per un pittore - gli occhi sono tutto: aiutano a vivere le forme, e i colori.