grazie per aver detto che non posso essere io
Giovanni Colomba
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Valentina mi piace, mi ci sono innamorato e allora gli ho scritto un messaggio e gliel'ho infilato nello zaino a ricreazione. Poi quando la ricreazione è finita e tutti si sono rimessi a sedere l'ho guardata fino a quando non se ne è accorta: doveva prendere qualcosa nello zaino e ha trovato il mio messaggio. L'ha aperto, l'ha letto e mi ha guardato.Si è rigirata subito però.
 
 Quando siamo andati a mensa volevo sedermi vicino a lei, ma non c'era posto e allora mi sono seduto a un altro tavolo vicino a una finestra e ogni tanto mi giravo verso di lei. Solo che ogni volta i suoi amici si mettevano a ridere e allora non mi sono voluto girare più, mi sono messo a guardare gli alberi di fuori, il salice e quello di mimose e il melograno.
 Appena ho finito di mangiare sono andato in bagno e c'era Massimiliano arrabbiatissimo che mi ha detto che non dovevo fare mai più niente del genere. Io sono rimasto zitto perché non avevo capito e allora lui ha detto:
-Non devi più dare fastidio a Valentina-
-...-
-scemo, la lettera, non fare più queste cazzate-
-ma io la amo- Gli ho detto
-allora non capisci proprio un cazzo... se lo rifai ti spacco la faccia, non mi frega che sei ritardato, capito?-
-io-la-amo- ho detto e allora lui mi ha spinto forte contro il muro
-IO LA AMO- gli ho gridato con tutta la voce che avevo e gli ho stretto le mani al collo e l'ho graffiato, ma lui si è liberato quasi subito e ha cominciato a darmi calci e pugni finché non sono caduto per terra, sul piscio che ha inzuppato il maglione che mamma mi aveva appena comprato.
Mi aveva detto che con quel maglione sembravo un ometto, e invece per la rabbia me la sono fatta sotto e mi sono messo pure a piangere e non volevo rialzarmi più, anche se stavo nel piscio.
 
 Alla fine è arrivato il mio fratellone.
Mi ha rialzato lui da terra, senza l'aiuto del professore che pure stava lì, zitto, e si vedeva che gli facevo schifo e che non voleva toccarmi.
 
 Siamo usciti nel cortile, la macchina era parcheggiata davanti alla porta, vicino al muretto dove stavano tutti quanti i miei compagni. A Massimiliano era uscito un sacco di sangue dal collo, aveva la camicia tutta sporca
appena mi ha visto ha detto:
-scemo, guarda cosa hai fatto-
 e c'era Valentina che piangeva, tra le amiche che le accarezzavano i capelli e le tenevano le mani e facevano finta di non accorgersi che io ero lì.