Il giorno in cui cadde la luce
Luigi Brasili
2494 battute

La rupe era immersa nel freddo della notte, rischiarata dai lampi.
Dalle cime l'aria gelida precipitava violenta, macigni fantasma infuriavano nel buio.
Le due figure si ergevano sul precipizio, incuranti del vento che frustava la loro pelle.
Immobili come statue, si fronteggiavano, nudi, incuranti del gelo.
"Perché non accetti le condizioni?" chiese occhi-verdi.
Occhi-blu guardò l'abisso, poi volse lo sguardo in alto, dove gli altri attendevano muti: "Avrei perso tutto, sarei stato prigioniero di me stesso" disse, accarezzando quel volto che aveva baciato per secoli.
"E adesso? Sarai comunque prigioniero" replicò occhi-verdi, allontanando la sua mano.
Gli occhi blu saettarono di rabbia a quel gesto.
Era quella la sua vera condanna. Perdere potere e grandezza non erano nulla rispetto alla perdita di colui che aveva amato più di sé stesso.
Voltò le spalle e chiuse gli occhi, lasciando i ricordi scorrergli addosso.
Pensò alle opere incredibili che nessuno oltre a loro due era in grado di compiere.
Pensò all'euforia che li coglieva al crescere del loro potere, alle notti di passione, al loro amore.
Ma non restava nulla. Lui si era schierato e niente avrebbe potuto riempire il vuoto che li separava.
Poteva annientarlo ma sarebbe stato inutile. Se non poteva distruggere il suo vero nemico allora non aveva senso combattere. Meglio l'esilio delle condizioni folli che gli avevano imposto.
Sarebbe venuto il giorno in cui avrebbero di nuovo camminato fianco a fianco. Colui che ora attendeva in silenzio avrebbe compreso l'errore. Poi, di nuovo insieme, avrebbero trionfato sul nemico comune.
"C'è tempo" disse, "pensa a tutte le opportunità, noi due insieme".
Si girò e fece un passo, l'altro alzò la spada. Lui gli fermò il braccio e lo fissò, blu e verde fusi nella penombra: "Non temere, non potrei mai farti del male nonostante tutto. Guarda gli altri, pronti a seguirci, potremmo dominare ogni cosa".
"La mia parola è una sola" gli rispose l'altro, un passo indietro, la spada sollevata.
"E sia, ma un giorno verrai a chiedermi perdono, io ti aspetterò".
La spada si infiammò e quelli in alto precipitarono nel vuoto.
Lui gli voltò ancora le spalle: "Addio amore mio", e precipitò nell'abisso.
 
E' scritto che il giorno in cui il portatore di luce cadde negli inferi, si ebbero terremoti e piogge torrenziali.
Alcuni narrano che il caos fu provocato dalle lacrime di Mi-Kha-El, l'arcangelo che aveva alzato la spada contro suo fratello, contro l'unico essere che aveva amato sopra ogni altra cosa.